Economia e Lavoro
22 Novembre 2014
Convegno alla Camera di commercio, Serra vuole il 'Made in Fe'

Il rapporto tra pubblicità e imprese ferraresi

di Redazione | 4 min

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DSC04992di Valentina Cioni

Al Palazzo Ducale di Ferrara, è terminata la mostra “Grafica pubblicitaria e oggetti rari della Ferrara del ‘900” e in concomitanza con nella Sala Conferenze della Camera di Commercio, si è svolto un convegno dal tema: “Ferrara in Italia e nel mondo: tecniche moderne di promozione e lancio pubblicitario”.

A introdurre l’argomento attualissimo, Andrea Migliari (Camera di Commercio), il quale in un breve e mirato intervento, ha ricordato come questa sia una epoca di sfide per le imprese. Sfide lanciate dalle nuove tecnologie, dai mutamenti delle regole competitive a livello mondiale. La pubblicità per l’impresa in crisi è un investimento. Mai come ora, le attività si ritrovano “trasparenti”, dinnanzi al cliente. Pertanto “devono imparare a tutelarsi maggiormente”, per difendere questa vulnerabilità. I nuovi media, sono indubbiamente una risorsa. Sfruttabile con una consapevolezza matura: “Anche le tecnologie rivoluzionarie, hanno bisogno di un intervento strategico”.  La pubblicità vincente, il social media marketing non può sempre portare guadagno all’impresa. Insomma, non è l’unico fattore a determinare il successo di un prodotto. Migliari sottolinea, come le nuove tecnologie abbinate a un vecchio modo di fare impresa, non possano essere un’accoppiata vincente. Semmai, questa somma di fattori, porterebbe costi maggiori alle attività degli imprenditori.

Tra i relatori del convegno, è presente anche Roberto Serra, assessore al Commercio del Comune di Ferrara. Il suo intervento orbita intorno all’impegno per la valorizzazione dei prodotti locali. In particolare con l’arrivo delle festività natalizie. Tra le iniziative, una diversa policy nel trattamento dei servizi di parcheggio, al fine di dare più respiro alle attività del centro storico. Parcheggi a parte, Serra appella la produzione del territorio come “Made in Fe”. Un “Made in Fe” che “ha avuto punte di eccellenza”. Serra, riporta i piedi per terra al tema di una società la cui comunicazione è virale e virtuale: “Internet la fa da padrone, ma (in una realtà territoriale come la nostra ndr) sono i contatti umani a fare la differenza.”

Ferrara è una città la cui economia si fonda sul terziario, si sa. Rimane alla città una storia industriale importante. Corredata da immagini e artisti di primo piano. Lucio Scardino, studioso di grafica pubblicitaria della Ferrara del 900, ha svolto una critica artistica e semiotica di alcune locandine pubblicitarie. Il critico ha intrecciato la storia d’Italia con quella dell’arte pubblicitaria facendo una carrellata di manifesti dalle diverse influenze formali. Tra i manifesti e le oggettistiche esposte nella mostra, appartenenti alla collezione privata di Alberto Cavallaroni, spicca il triestino Dudovich. “Padre moderno del cartellonismo” è sua la produzione di una delle opere più famose: la pubblicità per la fabbrica di scarpe Zenith. Una pubblicità molto essenziale, per altro, senza alcuna réclame. Insolita e avveniristica. Nell’album degli artisti, i nomi di Luigi Bompard, Vincenzo Castelli, Gino Bocassile. Uno su tutti è quello più pop, più famoso: Carlo Rambaldi. La ricerca ha portato alla luce le opere pubblicitarie dell’artista, risalenti a quando realizzava locandine per congressi e manifestazioni del Pci. Ben prima di pensare alle creature di fantascienza per il cinema, egli creava queste grafiche a cavallo tra la monumentalità del periodo fascista e i gusti popolari del dopoguerra. “Dal fascistissimo al comunistissimo: un esempio di come Ferrara fosse un esempio del qualunquismo italiano”, espone senza peli sulla lingua Scardino. Insieme ai nomi degli artisti, quelli delle ditte che commissionavano i lavori: Colombari, Zenith, Moccia, Santini, Fabbrica Italo Svizzera: i primissimi brand.

Francesco Scafuri, tra i curatori dell’esposizione, dà i numeri dei partecipanti all’evento. “In poche settimane abbiamo ricevuto 1000 presenze, oltre a 200 ragazzi provenienti dalle scuole.” “Un buon risultato, considerando il costo nullo dell’operazione”. “Visto il successo”, la mostra viene chiusa nella sede di Piazza Municipale per essere trasferita a Palazzo Belriguardo. In maniera permanente. L’idea che prenderà in carico Ottorino Bacilieri, ex vicesindaco di Voghiera, sarà di creare un’esposizione sull’archeologia industriale e in particolare sulla piccola metallurgia del ferrarese. A salutare l’apertura di questo polo museale l’Arch. Benetti, assessore al Comune di Voghiera, che annuncia così l’inaugurazione prevista, il 14 dicembre. Vi saranno diversi elementi di oggettistica, domestica e non. Si passa quindi dalle caffettiere, a lampade e lanterne utilizzate nelle miniere e industrie di mezza Europa.  Nonostante le fonti storiche e l’analisi dell’evoluzione comunicativo-grafica, non si è parlato in maniera estesa di contenuti attuali come si poteva evincere dal titolo del convegno.

Gli interventi di Luca Targa (Ceo di Inside Btb) e Alessandro Fortini (Cna Ferrara), intervengono sul finire della mattinata, dando una ventata di chiarezza a ciò che dovrebbero essere “le tecniche moderne di lancio pubblicitario”. Fortini espone come si stia cercando, da parte delle imprese di creare “un mix tra qualità e investimento”. Ciò coadiuvato, secondo Luca Targa, dall’affermazione di una figura diversa da quella del grafico: il creativo che si interfaccia con un team che interpreta i bisogni dell’azienda in relazione ai desideri sociali del pubblico.

A dare del pepe sul finale, l’intervento di Lanfranco Viola (Pro Loco). In risposta ai numeri forniti da Bacillieri sulle presenze al polo museale di Voghiera, la critica in forma di domanda: “Avete avuto 22mila presenze? Bisognerebbe specificare che sono solo 22mila in anno intero…”.

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