Lettere al Direttore
23 Novembre 2014

La verità della Cgil sulla casa protetta di Serravalle

di Redazione | 3 min

Tutto nasce da un presunto bilancio in sofferenza.

Presunto perché negato e mai presentato alle Organizzazioni sindacali; ricordiamo che gli enti religiosi non hanno l’obbligo di depositarlo presso la Camera di Commercio. Presunto perché è difficile immaginare un bilancio realmente in perdita in una struttura per anziani con un’occupazione quasi del 100% sull’offerta. Presunto, e di dubbia credibilità, perché è lo stesso (ex) direttore che da diversi anni gestisce la casa per anziani (a questo punto anche responsabile delle presunte perdite) che di fatto è il presidente della cooperativa che continua la gestione della stessa struttura.

Più probabile immaginare questa azienda come una gallina dalle uova d’oro; se poi l’operazione comporta un abbassamento del 35% degli stipendi spennando di fatto i lavoratori, il profitto è assicurato! Ma dietro lo slogan del sindaco di Berra – “prima di tutto va difesa l’esistenza stessa dei posti di lavoro, poiché in caso di chiusura ci troveremmo a difendere i diritti di nessuno” –, si legittima il pericoloso modello dove il lavoratore è solo difronte al ricatto del padrone. O così, o a casa! Che sussistano o meno ragioni oggettive.
Ecco, a Serravalle si è verificato ciò.

Il padrone chiama una ad una tutte le lavoratrici: da una parte la lettera di elogio al sindaco da firmare e dall’altra quella di assunzione con un taglio del 35% dello stipendio; il padrone non convoca le Organizzazioni sindacali provinciali ma chiama nel suo ufficio due lavoratrici, le due RSA (ovviamente nelle stesse condizioni delle altre 56) per firmare un verbale di conciliazione spendendolo poi pubblicamente come accordo tra le parti. Negando nei fatti, alle due, la possibilità di farsi assistere dalle Organizzazioni sindacali provinciali. Facile immaginare il livello di libertà che queste lavoratrici avranno avuto, o meno, sulla scelta di porre la propria firma sul quel pezzo di carta.

E’ inaccettabile assistere al tentativo di far passare un’operazione di sfruttamento come un’operazione di salvaguardia di posti di lavoro! Siamo al rovesciamento della realtà. E’ vergognoso permettere, non solo con il silenzio istituzionale, il verificarsi di simili umiliazioni. Quelle donne vanno rispettate e non sfruttate. Prendersi addirittura gioco di loro cercando di farle apparire pubblicamente come entusiaste è troppo! Anche in periodo di campagna elettorale.
L’operazione va chiamata per quello che è, un’operazione di sfruttamento e impoverimento del mondo del lavoro e non come dichiara Zaghini “un’opportunità e non una minaccia”. Ma forse ha ragione…per il padrone rappresenta sicuramente una grandissima opportunità. Vergogna!

Andremo avanti per tutelare il mondo del lavoro, verificheremo tutti gli spazi di iniziativa legale e politica perché per la CGIL questa prospettiva è inaccettabile.
Questa vicenda dovrebbe far riflettere il Paese intero e non solo la provincia di Ferrara.

FP CGIL
Cristiano Zagatti

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