Eventi e cultura
22 Novembre 2014
In scena il confronto tra il potere politico e quello mediatico

Il duello Frost/Nixon sul ‘ring’ del Comunale

di Redazione | 3 min

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Ancora la parola è al centro del palcoscenico per il secondo appuntamento della stagione di prosa del Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara: dopo il confronto fra scienza e fede de “Il Visitatore”, in scena si confrontano il potere politico e quello mediatico. Nucleo della pièce “Frost/Nixon”, scritta nel 2006 da Peter Morgan – lo stesso di “The Queen” – è la ricostruzione di un formidabile scoop giornalistico: la serie di quattro interviste che l’anchorman David Frost fece nel 1977 a Richard Nixon, terminate con l’ammissione della verità sullo scandalo del Watergate, mai ottenuta prima nemmeno da magistrati e commissioni d’inchiesta. La co-produzione del Teatro Stabile dell’Umbria e del Teatro dell’Elfo con la regia di Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani, che interpretano anche i protagonisti, è il primo allestimento in Italia.

La traduzione di Lucio De Capitani restituisce una scrittura scenica veloce con dialoghi stretti e avvicendamenti incalzanti, la scenografia – curata anch’essa da Ferdinando Bruni – è formata solo da alcun monitor e da sei poltroncine da ufficio che si muovono all’interno di una cornice neutra in cui il cambio di scena e di ambientazione è dato dal disegno luci di Nando Frigerio. Il tutto è al servizio di una regia che rifugge il taglio ideologico e la semplicistica divisione buoni/cattivi: sotto gli occhi degli spettatori, questa volta senza la mediazione dell’obiettivo di una telecamera, si svolge un vero e proprio incontro di boxe, “senza esclusione di colpi” e con tanto di gong, fra Nixon e Frost, entrambi ossessionati da complessi di inferiorità, ma ancora di più animati da una forte ambizione. Da un lato l’ex Presidente Usa mosso da vanità e che non vuole uscire di scena, dall’altro un rampante “performer” che gioca la partita della sua vita, il celebre anchorman inglese David Frost. Entrambi sono consapevoli che “le luci della ribalta” potranno splendere solo su uno dei due, per l’altro “sarà il deserto”. Nixon si aggiudica i primi 11 round, ma negli ultimi minuti del 12° Frost riesce a stringerlo alle corde e a metterlo KO, grazie anche alla squadra che è riuscito a riunire: John Birth (Matteo De Mojana) uno scrupoloso caporedattore, Bob Zelnick (Andrea Germani) un reporter d’assalto, Jim Reston (Alejandro Bruni Ocaña) un biografo militante liberal. Questo cast sostiene e dà forza alla grande prova dei due protagonisti: De Capitani, nei panni di Nixon, interpreta un uomo fiero e coriaceo che, tuttavia, sente forte sulle sue spalle il peso della responsabilità, mentre Bruni conferisce al suo Frost carica carismatica, caparbietà e determinazione.

In tempi di overdose televisiva di talk show e di spot elettorali “Frost/Nixon” è una riflessione sulla moralità e sulla responsabilità del potere politico e di quello mediatico, che dovrebbero entrambi porsi al servizio del bene comune, ma che possono trasformarsi – come spesso è accaduto e continua ad accadere – in strumenti di asservimento e sopraffazione. “Frost/Nixon” è anche il racconto del primo storico caso di spettacolarizzazione della politica, l’antesignano della situazione odierna in cui “è difficile capire dove finisce la politica e comincia lo show-business”.

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