Cronaca
22 Novembre 2014
In piazza Duomo per sensibilizzare sull'uso di vestiario di origine animale

Manifestazione animalista contro le pellicce

di Redazione | 2 min

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Sailko/WikimediaCommons

Sailko/WikimediaCommons

Oggi (sabato 22 novembre) l’associazione Animal Defenders organizza in piazza Duomo dalle ore 15 alle ore 18 una rappresentazione volta alla sensibilizzazione dei cittadini verso un tema ancora molto attuale: la produzione e l’utilizzo ingiustificato di capi d’abbigliamento di origine animale.

“Sebbene più dell’83% degli italiani sia contrario all’utilizzo di pellicce e nonostante sia sempre più facile reperire capi fabbricati con materiali alternativi – afferma l’associazione – ancora oggi pellicce, piumini, indumenti e accessori ottenuti dallo sfruttamento animale rappresentano purtroppo una colonna portante dell’industria dell’abbigliamento. Gli allevamenti intensivi di animali da pelliccia sono localizzati prevalentemente in Europa, ma anche in Stati Uniti, Canada, Cina, Russia e altri Paesi. L’allevamento degli animali da pelliccia consiste in primo luogo nella segregazione degli animali in spazi angusti. Le fattrici e gli esemplari maschi atti alla riproduzione vengono tenuti in isolamento, lontani dai propri simili, mentre gli altri individui sono costretti a vivere in piccole gabbie sovraffollate, accorgimento che consente agli allevatori di risparmiare spazio, condizione che comporta l’aumento dell’aggressività che spesso sfocia in atti di automutilazione e cannibalismo”.

“Le terribili condizioni in cui sono costretti a vivere determinano in tantissimi esemplari l’insorgenza di vere e proprie patologie da stress che si manifestano in comportamenti stereotipati. La vita di questi animali è molto breve, essendo vincolata solo al momento in cui la loro pelliccia è pronta per essere rimossa. Le tecniche di uccisione più comuni – secondo gli animalisti – sono la morte per soffocamento mediante gas o per annegamento, in particolare quando si tratta di animali di piccola taglia, morte per dissanguamento, e morte per somministrazione di forti scariche elettriche. In Paesi dove non vigono rigide leggi che regolino questo settore, in particolare la Cina da cui l’Italia importa regolarmente, molto spesso gli animali vengono scuoiati vivi”.

“Pellicce, inserti di pelo, cappotti imbottiti in piuma d’oca, e tanti altri accessori sono il prodotto dello sfruttamento non necessario di animali completamente privati dei loro diritti in quanto esseri viventi. I materiali ecologici alternativi di cui oggi disponiamo rendono completamente inutile l’uccisione di milioni di animali ogni anno. Visoni, volpi, cincillà, zibellini, opossum sono solo alcune delle specie vittime dell’industria della moda – concludono gli Animal Defenders -. Tante altre sono coinvolte, tra cui cani e gatti, come in pochi sanno, e la cui pelliccia è spesso indicata con nomi fuorvianti che non lasciano supporre all’inconsapevole consumatore ciò che sta acquistando”.

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