Politica
20 Novembre 2014
Alla Gibertoni il 45% delle preferenze. Seguono Fabbri col 25% e Bonaccini col 24 %

Nessun effetto sorpresa nel confronto tra candidati

di Redazione | 5 min

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unnamedRondoni, Fabbri, Gibertoni e Bonaccini. Era questo l’ordine, da destra a sinistra, dei candidati alla presidenza della Regione che si sono sfidati in un confronto ieri sera su Sky Tg24. Un minuto e mezzo ciascuno per rispondere alle domande, due diritti di replica da trenta secondi, un confronto aspro ma comunque pacato nei toni,

Poche le novità per chi segue già la cronaca politica: nessuno dei candidati ha infatti deciso di sfruttare l’effetto sorpresa per annunciare qualcosa di nuovo rispetto a quanto già fatto nella campagna elettorale, quanto piuttosto l’occasione è stata sfruttata per cercare di diffondere i punti cardine dei rispettivi programmi elettorali alla più vasta platea possibile grazie alla contemporanea apparizione su un network nazionale. Non un gioco sulla difensiva insomma, ma gli spazi — e gli sprazzi — di novità sono davvero pochi, se ci sono.

Nessuno, per cominciare, si dice preoccupato dei tagli che Renzi ha imposto alle regioni a partire dal prossimo anno — che per l’Emilia ammontano a circa 400 milioni di euro —: seppur in modi differenti ci sono margini per fare tagli alle spese improduttive. Per Fabbri questo si traduce nel taglio degli enti inutili, come la consulta per gli emiliano romagnoli nel mondo, Rondoni invece punta soprattutto sul taglio delle municipalizzate, Gibertoni tocca invece il problema dei troppi e troppo costosi dirigenti mentre Bonaccini vede un aumento delle unioni dei Comuni e delle fusioni per contenere le spese.

Dei candidati, a cui viene chiesto il loro reddito e le loro proprietà, Bonaccini risulta essere il più ricco, con un reddito di circa 80mila euro lordi l’anno. Seguono Rondoni e Fabbri, che guadagnano circa 40mila euro lordi l’anno — rispettivamente dal suo lavoro di giornalista ed editore e dall’indennità di sindaco. Fabbri dichiara di non avere nessuna proprietà, nemmeno piccola. La Gibertoni dice invece di avere lo stipendio da ricercatrice precaria, circa 20mila euro lordi e spiccioli, “e a volte i ricercatori saltano i mesi estivi. Ah, come proprietà ho una macchina, piccola”. Si conosce anche la spesa per il camper di Bonaccini: “Non l’abbiamo comprato — spiega il candidato del centrosinistra —, spendiamo 65 euro al giorno per l’affitto”.

Tutti i candidati dimostrano poi di sapere a quanto ammonta la percentuale di extracomunitari residenti in regione — il 13 percento —, con Fabbri che azzecca in pieno il dato. Tutti poi prendono le distanze sia dalla violenza per quanto riguarda la visita di Salvini al campo rom di via Erbosa a Bologna ma ammettono anche che il gesto del leader della Lega è stato sicuramente provocatorio — su questo punto, ça va sans dire, la visione di Fabbri differisce e di molto, e spiega che se non si può andare a verificare le condizioni di un campo per il quale il Comune paga le utenze per 130mila euro l’anno non c’è più libertà di espressione”. Tutti sono per una regolamentazione migliore per quanto riguarda la gestione dell’immigrazione, per favorire quella benefica all’economia, ma Fabbri deve incassare gli attacchi del Movimento 5 Stelle e del Pd sulle leggi Bossi-Fini e Maroni, tutte prodotte da esponenti leghisti.

Uno dei pochi momenti in cui la questione si infiamma è sul terremoto: Fabbri dice che la ricostruzione è ferma, Bonaccini risponde durante il suo intervento ricordando che l’esponente leghista ha spesso ringraziato Errani per quanto fatto durante l’emergenza sisma. “Errani ha fatto molto bene — replica Fabbri —, ma solo fin quando è durata l’emergenza. Da lì poi la ricostruzione si è fermata, solo un quarto degli aventi diritto ha ricevuto i soldi dallo Stato e la maggioranza delle imprese è dovuta andare in banca per farsi erogare un mutuo per riprendere le attività”.

Arriva poi da tutti l’impegno concreto sui tagli agli stipendi dei consiglieri e dei rimborsi spese. Bonaccini è il più drastico, ricorda che lui ha già rinunciato volontariamente al vitalizio due anni fa e che vuole abolire direttamente tutti i rimborsi; per la Gibertoni ogni gruppo non dovrebbe poter chiedere più di cinquemila euro al mese di rimborsi; Fabbri attacca la perdita della “superiorità morale della sinistra” con la scusante del caso del sex toys e della condanna di Errani, poi propone di ridurre da cinquanta a quaranta i componenti dell’assemblea legislativa e la riduzione delle indennità dei consiglieri.

In ultimo tocca alla sanità, con Bonaccini che difende le scelte fatte finora, “perché gli ospedali che dovevano essere chiusi lo sono stati vent’anni fa a differenza di quanto accade in altre regioni”, mentre Fabbri lo attacca duramente ricordando quanto sta accadendo con l’ospedale di Bondeno, “che rischia molto, e se per sfortuna dovessi tagliarmi un dito dovrei andare fino a Cona facendo un’ora e mezza di strada per farmi mettere due punti”. Rispunta anche la questione degli stipendi dei dirigenti della sanità, con Fabbri che menziona il caso Rinaldi. Sul punto critico anche il Movimento 5 Stelle con la Gibertoni che attacca il sistema delle case della salute al posto degli ospedali, “facendo sì che le persone per avere delle cure si debbano recare fino al macro-ospedale più vicino”.

Alla fine dell’ora e mezza di confronto, per gli abbonati Sky che hanno deciso di votare al servizio interattivo, è stata proprio la Gibertoni colei che ha convinto di più, ottenendo il 45% delle preferenze. Segue Fabbri col 25% immediatamente seguito da Bonaccini, che ottiene il 24 % dei consensi. A chiudere la classifica Rondoni, a cui vanno il 6% dei consensi. Del sondaggio tuttavia non sono noti i dati assoluti e il campione non è scientificamente misurato.

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