Cronaca
12 Novembre 2014
Grido d'allarme del Sap che denuncia le enormi difficoltà in cui versa la questura

Polizia e problemi: “La Gad è una sconfitta”

di Redazione | 6 min

polizia2014E’ un nuovo grido d’aiuto quello lanciato dal Sap, il Sindacato Autonomo di Polizia. Un grido d’aiuto rivolto al questore, che vuole essere anche una “doverosa informazione” ai cittadini sulle “reali condizioni in cui versa la questura di Ferrara” e le difficoltà crescenti dovute alle “sempre maggiori carenze logistiche e di personale”. Difficoltà tali da non consentire, stando a quanto riferito dal Sap, un controllo adeguato del territorio e nemmeno il raggiungimento di uno standard soddisfacente nella qualità dei servizi che concernono la sicurezza dei cittadini. E la situazione sembra essersi ulteriormente aggravata nel tempo nonostante gli appelli dello stesso Sap, “indirizzati più volte anche ai responsabili della politica estense”, che “sembrano essere caduti nel vuoto”. Una delle conseguenze di quanto affermato dal Sap sembrerebbe essere l’intenzione dei residenti della zona Gad di organizzarsi per pagare una polizia privata a difesa dei loro beni e della loro incolumità. “Noi – commenta il segretario provinciale del Sap, Luca Caprini – la interpretiamo come un chiaro sintomo di una futura sconfitta del sistema sicurezza, che però in alto loco non viene percepita”.

Parole dure, quelle del Sap, che il sindacato supporta con dati definiti “oggettivi e verificabili”. A partire dal controllo del territorio, con la drastica riduzione delle pattuglie. Nel 2008 le Volanti in strada erano 3-4 sulle 24 ore, 3 pattuglie (le Gamma introdotte dal questore Savina) nella fascia 7-24 per aree di criticità (grattacielo e zone limitrofe) e 3 pattuglie di Poliziotto di Questiere al giorno. “Ad oggi – spiega Luca Caprini – ci siamo ridotti a 2 Volanti sui quadranti h.24, le pattuglie Gamma sono state smantellate e l’Ufficio del Poliziotto di Quartiere, dagli originari 10 componenti è ridotto a 3, che svolgono preminentemente la funzione di tappabuchi negli innumerevoli servizi che emergono di giorno in giorno. Ricapitolando: il risultato è che dalle 8-10 pattuglie (tra automontate ed appiedate) per turno nei quadranti diurni si è passati in meno di sette anni ad averne 2 o 3 di giorno e massimo 2 la notte”.

Una situazione che per Caprini va inserita in un contesto “che ha visto l’afflusso, da Stati comunitari ed extraeuropei, espandersi in modo incontrollato, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti”. Caprini non intende dibattere sulle scelte della politica, ma riferire della “verità sugli effetti”. “Ogni qualvolta che si va a procedere alla semplice identificazione di uno straniero – sostiene infatti – l’unità operativa interessata deve mettere in conto almeno due ore per cominciare a capire chi ha di fronte. Nel frattempo il controllo del territorio va a farsi friggere. Quando si devono redigere verbali di Polizia Giudiziaria a seguito di reati, le nuove disposizioni impongono che all’indagato vengano notificati atti tradotti nella lingua che asserisce di comprendere. A solo titolo di esempio, un cittadino afgano potrebbe dire di parlare pharsi, urdu o pashtun (facile no?). Dall’Africa sub-sahariana arrivano persone che parlano solo dialetti locali; senza dimenticare che molti trovano più “conveniente” dichiarare di non capire l’italiano, benchè tramite verifica di identificazioni pregresse possiamo provare che sono in Italia da anni. Misteri dell’integrazione a corrente alternata. Per notificare anche il più semplice degli atti dovremmo trovare per questi individui degli interpreti, anche in orario notturno. Peccato che questa nuova disposizione sia, nei fatti, inottemperabile, perchè non ci è stata fornita una lista degli interpreti alla quale accedere. Non ci è stato nemmeno detto a carico di chi sono le spese per questo tipo di collaborazione. Della Procura, della Repubblica, della Questura, di chi materialmente chiama per la consulenza? Un enorme “boh”. Ci stiamo attivando individualmente, attraverso conoscenze personali di stranieri, per farci scrivere, a titolo di amicizia, dei verbali pre-stampati tradotti da utilizzare alla bisogna. Alcuni funzionari si sono attivati spontaneamente e tentano di dipanare la matassa; altri usano Google Translate su Internet nella speranza che la traduzione non contenga castronerie. Vi sembra una situazione accettabile in uno Stato normale? Le solite cose all’italiana maniera”.

polizia grattacielo 2Il segretario provinciale Sap lamenta poi come nella stragrande maggioranza dei casi, quando si procede all’arresto in flagranza di reati come furto, spaccio o lesioni finalizzate alla resistenza, arrivi l’immediata liberazione su disposizione dell’autorità giudiziaria. “Per quei pochissimi trattenuti la notte in attesa del giudizio – aggiunge Caprini – in direttissima alla mattina, dopo il processo e la condanna, arriva praticamente sempre la sottoposizione alla misura restrittiva presso l’abitazione”.

Il Sap passa poi ai guai della Squadra Amministrativa, ridotta a poche unità, con la conseguenza che “i controlli nei locali vengono effettuati tra mille difficoltà e reperendo personale di volta in volta, senza alcuna pianificazione”. “Teniamo aperto l’ufficio denunce – prosegue Caprini nella sua elencazione – trovando Ufficiali di Polizia Giudiziaria che dovrebbero svolgere altre mansioni, gli stabili dove lavoriamo cadono a pezzi, abbiamo segnalato con formali relazioni di servizio la presenza di topi nella saletta d’aspetto del pubblico o proprio nell’ufficio stesso; anche la sostituzione di una lampadina diviene un problema. Non parliamo di quando si guasta un’autovettura di servizio, un computer od un apparato radio. Le volanti hanno quasi 200.000 cilometri, i sedili sfondati e non ci sono pneumatici invernali per tutte”.

Un capitolo a parte Caprini lo dedica alle ripetute rassicurazioni che vengono date attraverso i media: “Cozzano fortemente – dice – con quanto, stando sul campo, vediamo giorno per giorno. Quando leggiamo di calo dei reati, sappiamo che si parla in realtà di calo dei reati denunciati. La gente ce lo dice chiaramente e dopo aver subìto anche 5 furti di bicicletta in un anno, non ritiene opportuno dare seguito alla cosa con formale denuncia. Questo a casa nostra significa essere rassegnati, non rassicurati; tentiamo di farlo capire ai nostri vertici, ma non ci pare affatto che tutto ciò crei troppo turbamento”. Da qui, quella che Caprini chiama una “sconfitta del sistema sicurezza”, con l’intenzione dei residenti della zona Gad di dotarsi di una polizia privata a proprie spese.

“A sorprenderci – rincara la dose Caprini – sono comunque le ultime notizie che leggiamo sui giornali e riguardanti nuovi servizi offerti ai cittadini; uno fra i tanti è l’attivazione di un servizio di ricezione di Sms per la segnalazione di atti di bullismo nelle scuole. Prefettura, Questura e Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri si sono compiaciuti a vicenda presentando la novità. Tutto bello, molto tecnologico ed attuale; peccato che alla cittadinanza è stato omesso di dire che, quantomeno per la Polizia, difficilmente qualcuno potrà dare risposta alle chiamate. Le (poche) volanti sono già gravate dal servizio di controllo del territorio, nella prevenzione e la repressione dei reati. Il Poliziotto di Quartiere, in buona sostanza, non esiste più; vengono effettuate, quando tutto va bene, una o due pattuglie alla settimana. Con quelle cosa si dovrebbe fare? Una presenza costante davanti alle scuole è un’utopia, figuriamoci la risposta pronta ed efficace a segnalazioni che arrivano tramite Sms”.

L’appello al questore (ceh “questo cose le sa o dovrebbe saperle”) è infine di “far sentire con forza la sua voce e riferire ciò a tutti i livelli istituzionali centrali e locali”. “Una qualche decisione va presa”, dichiara Caprini, perché “mai come adesso, non prendere decisioni è la peggiore delle decisioni”. “Noi, come poliziotti “di strada” possiamo solo tirare avanti, alle bell’e meglio, in attesa che qualcuno ci ascolti. Servirà?”

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