Dopo oltre quattro anni e tre gradi di giudizio un gruppo di soci della Coopcostruttori può finalmente inalare una piccola boccata d’ossigeno: si è infatti conclusa positivamente l’azione finalizzata al sequestro e successivo pignoramento, delle quote loro assegnate, a titolo di provvisionale, in sede penale.
Si tratta di 2mila euro a testa per un importo complessivo di 80mila euro, “somme che – affermano i legali del gruppo di soci, Gabriella Azzalli, Carmelo Marcello, Claudio Maruzzi e Stefano Tonozzi – senza la nostra iniziativa, i commissari avrebbero dovuto corrispondere ai dirigenti della cooperativa, già condannati in primo grado in sede penale e per i quali è stato fissato a febbraio il giudizio di appello.
“Purtroppo nel corso del procedimento – osservano ancora gli avvocati – si è dovuta superare l’opposizione non solo dei dirigenti ma pure dei commissari i quali, rimasti a lungo silenti, hanno tentato di convincere il giudice che le somme dovute ai soci spettassero alla procedura. E resta altresì il rammarico per la avvenuta liquidazione, nel corso della prima fase, delle quote di Tfr ai dirigenti, all’epoca già indagati dalla procura, in quanto risultava già evidente come il dissesto fosse riconducibile alle loro condotte illecite”.
Una piccola, sudatissima, vittoria per la quale i quattro legali esprimono “grande soddisfazione per il raggiungimento di quello che, a oltre dieci anni dal crac Coopcostruttori, rappresenta il primo risultato concreto ottenuto dai soci a spese dei dirigenti. Un risultato esiguo nell’entità, stante la modestia della provvisonale riconosciuta per ora alle parti civili, ma fortemente significativo sul piano simbolico che ripaga, almeno in parte, i nostri clienti per i sacrifici compiuti e per la tenacia manifestata in questi anni. Siamo fiduciosi che l’imminente appello possa portare al riconoscimento anche del danno patrimoniale direttamente patito dalle parti civili”, commentano infine gli avvocati.