Politica
31 Ottobre 2014
Duro giudizio dei parlamentari Ferraresi e Dall'Orco sul decreto approvato alla Camera

M5S: “Trivellazioni in Emilia con lo Sblocca Italia”

di Redazione | 3 min

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Due ferraresi, una donna di 46 anni e un uomo di 55 anni, rispettivamente amministratore di diritto e di fatto di una società fallita con sede nell'Alto Ferrarese, sono stati condannati a 6 anni e 4 anni e 4 mesi dal tribunale di Ferrara con l'accusa di bancarotta fiscale

ferraresi

Vittorio Ferraresi

“Liberalizzare e dare il via a progetti cuciti sul profitto ad ogni costo”. Il territorio piegato alle logiche dello sfruttamento indiscriminato, nel peggiore stile sfascista modello del passato, che immaginavamo superato. Questo è il governo Renzi, il nuovo, il governo delle larghe intese tra le peggiori lobby fuori da ogni controllo pubblico”. È duro il giudizio dei due parlamentari modenesi del Movimento 5 Stelle, Vittorio Ferraresi (centese di origine) e Michele Dall’Orco, allo Sblocca Italia ribattezzato dal M5s “Sfascia Italia”.

“Avremo trivellazioni autorizzate senza il consenso delle Regioni, anche in zone sismiche o in cui vi sono faglie sismiche attive, come nel caso delle aree terremotate del 2012. Novantadue richieste pendenti per ricerca ed estrazione di idrocarburi e 50 permessi di ricerca in mare: ecco i progetti in attesa in Emilia Romagna. Lo “Sblocca Italia” concede al ministero dell’Ambiente ogni tipo di decisione sulle concessioni che possono arrivare fino a 30 anni e allungarsi poi di altri 20. Le Regioni potranno fare solo osservazioni, ma decade il principio dell’eventuale diniego. Tutto questo è inaccettabile”.

Dopo settimane di discussioni, emendamenti e contro emendamenti, si è messa la parola fine ad ogni possibilità di compromesso, con la Camera che ha approvato il disegno di legge di conversione del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, recante misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato.

“Vogliamo sottolineare – aggiungono Ferraresi e Dall’Orco – che tutti gli interventi riguardanti il comparto di trasporto e stoccaggio gas (rigassificatori; gasdotti; stoccaggi ecc.) diventano: di interesse strategico nazionale, priorità a carattere nazionale, di pubblica utilità, indifferibili e urgenti. Qualsiasi norma inserita in un piano per la tutela paesaggistica e ambientale potrà essere superata per la realizzazione di tali opere. Lo stoccaggio gas a Rivara riprende forza, sbloccato dal provvedimento di Renzi che di colpo annulla ogni rassicurante dichiarazione del Pd locale e regionale fatta nel passato. Solo il M5S, con tre attivisti, ha impugnato la positiva Via al deposito davanti al Capo dello Stato, che ancora deve essere discussa”. “Inceneritori come impianti di produzione di energia da sfruttare al massimo delle loro capacità; non varranno più le autorizzazioni provinciali che ne definivano il quantitativo massimo di rifiuti da smaltire. Sono anch’essi infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale ai fini della tutela della salute e dell’ambiente. Il paradosso, una metamorfosi delle parole, incenerire tutelerebbe la salute e l’ambiente. Ma si sa, in politica mentire non è peccato, anzi serve a riscuotere consenso – noi del M5S in Parlamento ci siamo battuti per un’Italia diversa, che guardi al futuro con la speranza di una modernità rispettosa dell’uomo e dell’ambiente, che investa in innovazione, in ricerca, in turismo, nei prodotti tipici dell’agricoltura, in tutela, nella bellezza del nostro patrimonio artistico e culturale unico al mondo; è questa l’Italia che vogliamo costruire, non sfasciare. In Senato riprenderemo la battaglia – promettono – non possiamo consegnare il Paese a chi lo vuole violentare”.

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