Politica
31 Ottobre 2014
La senatrice Bertuzzi ha sottoscritto un appello all'Iran sui diritti umani dopo l'esecuzione sommaria della donna

Reyhaneh Jabbari, “L’Iran rispetti i diritti umani”

di Redazione | 2 min

bertuzziLa senatrice del Pd Maria Teresa Bertuzzi ha sottoscritto la lettera del deputato Sandra Zampa all’Ambasciatore iraniano sull’esecuzione di Reyhaneh Jabbari.

Nel testo si invita l’Iran al rispetto dei diritti umani, soprattutto nei confronti delle donne, auspicando un segno di cambiamento nelle leggi e nella cultura “che hanno consentito l’uccisione di Reyhaneh Jabbari di fronte alla coscienza del mondo”. La donna è stata giustiziata con l’impiccagione dopo che aveva ucciso l’uomo che aveva tentato di stuprarla. Le autorità hanno anche impedito la celebrazione di un vero funerale. Le forze di sicurezza non hanno infatti permesso alla famiglia e agli amici di recitare le ultime preghiere in suo onore.

Il testo della lettera.

Signor Ambasciatore,
risuonano nel mondo, risuonano “di fronte al tribunale di Dio” le ultime parole di Reyhaneh Jabbari, la giovane donna impiccata all’alba di sabato 25 ottobre nel suo Paese per ordine della Corte Suprema.
Risuonano nel nostro cuore, risuonano nel cuore delle donne di tutto il mondo, le sue parole così cariche di forza e di dignità, come un appello perché mai più il corpo di una donna sia violato, mai più il potere se ne impadronisca, mai più la legge sia usata contro la sua libertà, contro la sua vita.
Il popolo italiano che noi rappresentiamo, le donne italiane di cui sentiamo tutto il dolore e l’indignazione per il supplizio a cui è stata sottoposta Reyhaneh Jabbari, alzano la voce davanti al suo Paese. Sappiano, le autorità dell’Iran, che i diritti umani fondamentali, i diritti delle donne, sono inalienabili sotto tutti i cieli: il diritto alla vita, il diritto alla libertà. Sappiano, le donne dell’Iran, che noi le sosteniamo contro ogni violazione della loro dignità.
Sappia, signor Ambasciatore, che l’Italia considera l’uccisione di Reyhaneh Jabbari un colpo inferto al sentimento profondo di umanità che tutti ci unisce su questa terra.
Noi ci aspettiamo ora un segno di cambiamento di quelle leggi e di quella cultura del suo Paese che hanno consentito l’uccisione di Reyhaneh Jabbari di fronte alla coscienza del mondo.
Dica al suo popolo, signor Ambasciatore, che noi siamo le sorelle di Reyhaneh Jabbari, decise a difendere con ogni mezzo la libertà e la dignità delle donne, nella vita sociale, nelle leggi, nelle scelte della politica.
Reyhaneh Jabbari vive. La sua testimonianza alimenta il nostro impegno e l’impegno delle donne di tutto il mondo per una umanità libera dalla paura e dalla schiavitù della violenza.

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