La candidata alla presidenza della Regione con la lista L’altra Emilia Romagna, Cristina Quintavalla, si schiera con i lavoratori della ThyssenKrupp di Terni e sarà al fianco alle Rsu Berco che hanno annunciato per venerdì uno sciopero di un’ora ogni fine turno lavorativo per solidarizzare con i lavoratori dell’acciaieria di Terni.
“Siamo solidali con i lavoratori caricati selvaggiamente, a freddo, dalla polizia mentre tentavano di manifestare, a Roma, contro la rottura unilaterale delle trattative sindacali – afferma Quintavalla -. Le cariche sono la prosecuzione “su strada” della Leopolda. Dunque “il futuro” così evocato da Renzi è questo? Come si può gridare contro queste cariche e poi restare in coalizione con chi le ispira? L’evento fiorentino – prosegue la candidata – sanciva, infatti, il divorzio definitivo tra il Pd di Renzi, ispirato dai poteri forti, e il mondo del lavoro che, nelle stesse ore, manifestava per le strade di Roma contro il jobs act e i tagli della legge di stabilità. E noi con i lavoratori, lì e nella nostra regione. Ed è proprio a ridosso dell’approvazione del jobs act, va detto, che la multinazionale tedesca ha disdettato le trattative, la stessa scia sulla quale si è mossa l’Agnesi per annunciare la delocalizzazione del più antico pastificio d’Italia”.
“C’è un bisogno drammatico di norme precise, regionali e nazionali (adottando idonei strumenti e vincoli urbanistici), che blocchino la corsa alla delocalizzazione e la compressione di salari e diritti dei lavoratori. A questo dovrebbero servire i governi, non a favorire la speculazione, la devastazione dei territori, la desertificazione sociale”.
La candidata polemizza ancora contro le misure per il lavoro pensate dal governo Renzi: “Il Jobs Act precarizza i lavoratori con i contratti a termine acausali del decreto Poletti, che consentono al datore di lavoro di assumere un 20% di dipendenti a termine, ricattabili con la minaccia del mancato rinnovo, e, per il rimanente 80%, con i “nuovi” contratti a tempo indeterminato, cosiddetti a tutele crescenti, mutilati della fondamentale garanzia dell’art. 18. Gli ammortizzatori sociali verranno drasticamente ridotti penalizzando così proprio i precari e i sottoccupati. Ma anche quanti avranno conservato il lavoro non sfuggiranno a un drastico impoverimento – conclude Quintavalla – perché il Jobs Act consentirà accordi aziendali ricattatori in deroga alle tabelle retributive dei contratti nazionali”.
Dure anche le Rsu della Berco di Copparo: “È vergognoso, non accettabile e da paese incivile vedere lavoratori pagati dallo stato che picchiano altri lavoratori che protestano e lottano per difendere il loro posto di lavoro e il futuro delle loro famiglie. Il Governo – concludono le Rsu – ha delle evidenti responsabilità e deve quindi scusarsi con i lavoratori ed operare per affrontare le crisi aziendali nell’ottica di salvaguardare le attività produttive e tutelare l’occupazione”.
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