Copparo
30 Ottobre 2014

“Prostituzione nel night? Solo evasione fiscale”

di Ruggero Veronese | 3 min

ImmagineCopparo. Un giro di prostituzione in due night club a pochi chilometri da Ferrara, uno a Copparo e l’altro a Occhiobello, dove gli avventori potevano appartarsi con le ragazze nei privè – con il pretesto di poter godere di un ‘balletto sexy’ e di una bottiglia di vino – per avere rapporti sessuali lontani da occhi indiscreti. Un’accusa lanciata dalla procura di Rovigo addirittura nel lontano 2001 e di cui si continua a parlare nelle aule del tribunale di Ferrara, in un processo che vede alla sbarra cinque persone (i gestori dei locali Michele Piazzi e Marco Pozzati, oltre ai tre dipendenti Giovanni Facco, Uber Pelati e Bridget Uzomah) con l’accusa di sfruttamento della prostituzione aggravato.

Una vicenda forse un po’ datata ma che tratta di un tema di assoluta attualità, vista la mole di procedimenti in corso in Italia su locali notturni sospettati di favorire la prostituzione. In questo caso la situazione è però molto diversa per i due night club sotto la lente di ingrandimento della procura, in primo luogo per il tipo di indagini condotte sul posto. Più accurate nel caso del “Blue Jeans” di Occhiobello, dove la squadra mobile di Rovigo appurò le attività di prostituzione anche grazie a tre telecamere nascoste nei privè del locale, che mostravano in maniera piuttosto inconfutabile fino a che punto si spingevano i ‘balletti sexy’ per i quali gli avventori pagavano da 50 a 100 mila lire. La difficoltà degli inquirenti a quel punto stava nell’individuare con precisione chi potesse essere imputato per questi fatti, dal momento che ufficialmente il locale si presentava come associazione ad ingresso libero per gli iscritti (le consumazioni, questo caso, sono viste come semplice ‘contributo’ dei soci all’associazione) ed era quindi difficile scindere le figure dei gestori dell’attività da quelle dei semplici clienti.

Le ricostruzioni degli inquirenti permisero però di individuare sei persone dietro la struttura organizzativa, condannati in seguito dal tribunale di Rovigo per i fatti di Occhiobello. Tra questi vi erano anche Piazzi e Pozzati, che figuravano come soci anche di un analogo ‘circolo’ a Copparo, apparentemente strutturato con le stesse modalità. Un dettaglio che suggerì alla procura rodigina che il giro di prostituzione scoperto a Occhiobello poteva aver raggiunto anche la provincia estense. Ma questo caso i riscontri non furono altrettanto accurati e lo ‘stralcio copparese’ dell’indagine si è mosso soprattutto per analogia rispetto a quanto accadeva nel rodigino. È questo, secondo gli avvocati difensori che ieri mattina hanno pronunciato le proprie arringhe, il vero punto debole dell’indagine: difficile infatti – secondo le linee difensive – dimostrare l’esistenza di un giro di prostituzione solo perché i due locali avevano alcuni dei soci, degli avventori, e delle ‘ballerine’ in comune. E diventa ancora più difficile se i testimoni ascoltati hanno risposto tra molti imbarazzi di non ricordare quanto accaduto 14 anni fa o di aver effettivamente pagato le ragazze, ma solo per una bottiglia di vino (“nemmeno troppo buono”, come ammise un ex cliente) e per assistere a un balletto di lap dance.

Concetti riassunti dall’avvocato Paolo Guidorzi – legale di Pozzati – durante un’arringa difensiva in cui ha sostenuto che, se di illecito si può parlare, si tratterebbe solo si un “misero tentativo di truffa attraverso un circolo privato che funziona da night club”. Una formula assai diffusa secondo l’avvocato, ma che poco avrebbe a che fare con los fruttamento della prostituzione: “Stiamo facendo un processo per evasione fiscale – ha affermato Guidorzi -, perchè in questo caso lo scopo era quello di evadere le tasse: i soldi che si pagavano per le consumazioni erano tutti versati in nero, visto che figuravano come contributo dei singoli all’associazione. Tutto il resto sono solo mere deduzioni della procura”.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com