Bondeno. Aveva rimandato per mesi il pagamento di un debito di lavoro a un ex dipendente, fino a quando non si è trovato il suo creditore ad attenderlo con fare minaccioso di fronte alla porta di casa. Ed è a quel punto che, dopo l’ennesima accesa discussione, ha estratto una pistola e ha fatto partire un colpo in terra, cercando di spaventare il pretendente ma rimediando soltanto una denuncia per estorsione.
È da questa vicenda che nasce il processo ora in corso nel tribunale di Ferrara, che vede alla sbarra l’imprenditore agricolo bondenese Andrea Cattabriga. I fatti avvengono alla fine del 2011, quando un suo ex dipendente comincia a reclamare i propri compensi arretrati – circa 3mila euro – per la campagna di raccolta dei meloni. Cattabriga rimanda per qualche mese il pagamento, a causa di difficoltà economiche, e nel frattempo produce assieme al proprio creditore una scrittura privata in cui fissa a novembre la consegna di quanto dovuto. Passano però i mesi e il lavoratore non ha ancora ricevuto nulla. Le sue richieste cominciano a farsi insistenti e i rapporti tra i due si fanno sempre meno cordiali.
Si arriva così al punto di rottura: scaduto il termine fissato dalla scrittura privata, l’ex dipendente si presenta a casa dell’imprenditore bondenese e chiede il pagamento immediato del debito. Ne nasce una lite violenta e che termina con Cattabriga che dà in escandescenze. E che, dopo aver estratto una pistola, la punta verso terra, di fianco al suo creditore, e preme il grilletto.
Un tentativo di dissuadere l’ex dipendente che – almeno nell’immediato – ha l’effetto sperato: l’uomo infatti (assai comprensibilmente) desiste dalla sua pretesa di saldo immediato. Ma non ha intenzione di lasciar cadere la questione e infatti raccoglie il bossolo del proiettile e si reca dai carabinieri per denunciare il fatto. I militari effettuano i riscontri balistici e sequestrano la pistola da cui era partito il colpo, dando così il via all’indagine verso Cattabriga. L’accusa è di estorsione, dal momento che secondo il pm Alberto Savino l’imprenditore sarebbe riuscito attraverso una minaccia violenta a ottenere un ingiusto profitto: i 3mila euro del debito non saldato. Il pagamento in realtà fu effettuato una settimana dopo questo episodio, riportando così la tranquillità nei rapporti tra Cattabriga e il suo ex lavoratore, che ha scelto di non costituirsi parte civile nel processo.