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31 Ottobre 2014
A Cremona mostra dedicata ai grandi del foto-giornalismo

La nascita di Magnum

di Redazione | 4 min

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MAGNUM - Robert CAPA - Ex membro della Barcelona Philharmonic al campo di concentramento per rifugiati spagnoli. Bram, France. Marzo 1939. © Robert Capa - International Center of Photography - Magnum PhotosQuesto 2014, che è diventato l’anno-omaggio per eccellenza a due grandi della fotografia, variamente ‘citati’ su queste pagine, Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, tra gli inventori del fotoreportage a 360°, chiude ancora con loro e con una mostra bellissima che esplora la nascita della più celebre agenzia fotografica del mondo, la Magnum Photos, di cui essi stessi furono tra i fondatori.

Si svolge al nuovo Museo del Violino di Cremona grazie alle immagini di coloro che di quella nuova, grande avventura furono i primi protagonisti. Un percorso ospitato all’interno di questa nuova struttura museale che rimarca il legame antico ed indissolubile fra Cremona ed un’arte antica e nobile tutta italiana, quella della Liuteria.

Il 22 maggio del 1947, dopo alcune riunioni presso il ristorante del MoMA, the Museum of Modern Art di New York, viene iscritta al registro delle attività americane la “Magnum Photos Inc”, nome che prendeva spunto dalla celebre bottiglia di champagne. A firmare erano Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, George Rodger, David Seymour e William Vandivert. Prendeva vita una realtà che era la concretizzazione di una lunga riflessione avviata da Robert Capa durante la guerra civile spagnola e che, negli anni, era stata estesa anche ai fotografi che frequentava.

Un progetto che si fondava sulla tutela del lavoro del fotografo e sul rispetto degli associati diritti fotografici. Attraverso la formula della cooperativa, i fotografi diventavano proprietari del loro lavoro, prendevano decisioni collettivamente, proponevano autonomamente alle testate i propri lavori per non essere assoggettati alle esigenze editoriali delle riviste e rimanevano proprietari dei negativi, garantendo così un pieno controllo sulla diffusione delle immagini. Un controllo che si estendeva anche ad un minuzioso controllo dei testi delle didascalie associate alle foto ed al perentorio divieto di manipolare le immagini. Con questi presupposti, e con la qualità del lavoro dei suoi soci, Magnum divenne ben presto un riferimento nel mondo del foto-giornalismo.

Essa rappresentava così una diretta conseguenza del grande sviluppo nella stampa illustrata e delle agenzie foto-giornalistiche avvenuto durante i due conflitti mondiali. Fin dai suoi esordi viene prevista, per ogni fotografo, una suddivisione geografica dove operare: Henri Cartier-Bresson in Oriente, David Seymour l’Europa, William Vandivert l’America, George Rodger il Medio Oriente e l’Africa e Robert Capa piena libertà d’azione nel mondo.

L’avventura di Magnum, o meglio gli esordi di essa, viene raccontata al Museo del Violino da un corpus di ben centodieci fotografie che rappresentano una vera eccezionalità: per la prima volta infatti i primi reportages dei fondatori di Magnum vengono raccolti assieme, permettendo di costruire uno straordinario spaccato sull’avvio di questa agenzia. Inoltre è occasione per avviare una riflessione sul ruolo del fotogiornalismo e sulle trasformazione che Magnum innescò in questo settore.

Ad introdurre il percorso espositivo è una sezione dedicata a Robert Capa‘ before Magnum’, con celebri immagini della guerra civile spagnola, di quella del conflitto fra Cina e Giappone e della seconda guerra mondiale. A seguire, quattro selezioni legate ai primi reportages realizzati di Rodger, Cartier-Bresson, Seymour e dallo stesso Capa per Magnum. Si tratta del reportage di Capa dedicato alla nascita dello stato di Israele con una particolare attenzione ai campi di rifugiati, il reportage di George Rodger dedicato alla tribù dei Nubas in Sudan, il lavoro di Henri Cartier-Bresson dedicato all’India con le ultime fotografie scattate a Gandhi prima che fosse assassinato nel gennaio del 1948 ed infine le fotografie di David Seymour incentrato sulle conseguenze del secondo conflitto mondiale in Europa, con una particolare attenzione al dramma degli orfani di guerra.

La mostra sarà arricchita da una serie di iniziative dedicate ad approfondire il lavoro di ognuno di questi grandi fotografi, ma contemporaneamente offrire occasioni di riflessione sul ruolo del fotogiornalismo. Il catalogo, èdito da Silvana Editoriale, raccoglierà una serie di interviste ad importanti figure del mondo della fotografia a livello internazionale incentrate sul ruolo del fotogiornalista. Come afferma Marco Minuz, il curatore della mostra, “…questo progetto, reso possibile grazie ad una forte partnership con Magnum, permetterà al visitatore di comprendere un passaggio fondamentale della storia del fotogiornalismo che la nascita di Magnum rappresenta. Per la prima volta questi reportages vengono messi a confronto, permettendo di cogliere le straordinarie personalità di questi fotografi, mentre, al contempo, riflettono sul ruolo del foto-giornalismo nel mondo dell’informazione”.

Info: apertura dal martedì al giovedì dalle 10 alle 18; dal venerdì alla domenica dalle 10 alle 19. Lunedì chiuso. Chiuso il 25 di dicembre ed il 1 di gennaio.

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