Cronaca
30 Ottobre 2014
Riuniti i processi con Messidoro e Progresso. Si parte a febbraio

Coopcostruttori, si va verso un unico appello

di Marco Zavagli | 3 min

donigagliaVerranno riuniti in un unico solo appello i tre processi di secondo grado che riguardano la galassia Coopcostruttori. A Ferrara negli ultimi due anni si sono conclusi i tre filoni relativi alle vicende, dirette o indirette, che le vicende della cooperativa edile argentana hanno portato con sé: Coopcostruttori-Cir, Progresso e Messidoro.

Il principale è quello relativo al crac Coopcostruttori e Cir. La sentenza del tribunale di Ferrara del febbraio 2013 ha assolto gli imputati dai capi di imputazione più gravi, quelli dell’associazione a delinquere (capi B, C, D e G), pe ri quali procura e parti civili hanno fatto ricorso. Giovanni Donigaglia, ex presidente, venne condannato a quattro anni e sei mesi. Identica pena per Renzo Ricci Maccarini, il suo vice. Tre anni e mezzo a Giorgio Dal Pozzo (vicepresidente dal 1997 al 2003), 3 anni e 2 mesi a Valentino Ortolani (vice presidente fino al ’97) e Beppino Verlicchi (vicepresidente e responsabile produzione) per il capo E relativo all’acquisto della Spal, 3 anni e 3 mesi a Mauro Angelini (membro dei collegi sindacali di Costruttori e Cir), 3 anni a Sante Baldini e Achille Calzolari.

Per la altre posizioni invece era arrivata l’assoluzione, nonostante l’accusa ne avesse chiesto la condanna. Nello specifico per i tre dirigenti delle società di revisione Reconta, Uniaudit e Ria (Luigi Cerioli, Giovanni Bragaglia e Carlo Colletti), che certificarono dal ’93 al 2002 i bilanci Costruttori e Cir, la richiesta era di 8 anni. Venivano poi i 5 anni di pena chiesti per i membri dei collegi sindacali di Costruttori e Cir: Mauro Angelini, Achille Calzolari, Angelo Adamini, Viliam Brusi, Sante Baldini, Roberto Andreotti. Infine il pm aveva chiesto 3 anni per gli altri imputati minori Valentino Ortolani, Luca Mazzoni, Giampaolo Venturi, Antonio Negretto, Pier Luigi Viola, Gianni Cervellati ed Elis Fazi.

Viene poi il crac della società Messidoro, la società che gestiva la ‘Casa del Pellegrino’, la struttura che oggi ospita l’ospedale San Giorgio, nata sotto l’egida della Coopcostruttori in occasione del Giubileo del 2000 per utilizzare i fondi stanziati dall’Inail per la costruzione di strutture ricettive per i pellegrini diretti a Roma. Nel gennaio 2013 vennero condannati tre dei sei imputati per distrazione di beni e mancata tenuta dei libri contabili. La sentenza parla di 3 anni e 6 mesi per Giovanni Donigaglia e Renzo Ricci Maccarini (in qualità di presunti amministratori di fatto della società di servizi ‘satellite’ della Costruttori) e per il presidente del cda Giorgio Dal Pozzo. Assolti invece i consiglieri Piergiorgio Baita, Antonio Negretto e Roberto Andreotti.

La Messidoro era la società che gestiva la ‘Casa del Pellegrino’, la struttura che oggi ospita l’ospedale San Giorgio, nata sotto l’egida della Coopcostruttori in occasione del Giubileo del 2000 per utilizzare i fondi stanziati dall’Inail per la costruzione di strutture ricettive per i pellegrini diretti a Roma. Per la società di servizi del gruppo Costruttori l’accusa era di bancarotta fraudolenta (derubricata in bancarotta semplice) per distrazione di beni.

L’ultimo filone riguarda il crac della Progresso, azienda controllata da Coopcostruttori, che ha visto invece nel luglio 2012 gli imputati – Donigaglia, Ricci Maccarini (ritenuti amministratori di fatto della società), i componenti del cda Giorgio Coatti, Roberto Andreotti e Claudio Assirelli) – tutti assolti dalla bancarotta relativa alla distrazione degli immobili “perché il fatto non costituisce reato” e dalla bancarotta documentale relativa all’iscrizione delle riserve tecniche “perché il fatto non sussiste”.

Ora il processo di appello per tutti e tre i filoni inizierà a febbraio. La Corte (presidente Massari, relatore Ghedini) che ha voluto la riunione per i “profili di connessione soggettiva e oggettiva” che i procedimenti comportano, non ha trovato ostacoli nel procuratore generale Dardani e nelle difese. Alcune hanno optato per la riunificazione, altre, così come le parti civili, si sono rimesse alla decisione del tribunale.

Per la cronaca, il faldone recherà la dicitura “Messidoro”, dal momento che è il procedimento iscritto per primo presso la corte d’appello di Bologna.

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