Cronaca
30 Ottobre 2014
Nel ferraresi ospitati 281 profughi, 101 nelle strutture della cooperativa Camelot

Mare Nostrum, ecco i numeri dell’accoglienza a Ferrara

di Daniele Oppo | 4 min

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commissione consiliareSono in tutto 281 le persone che vengono ospitate nelle strutture del territorio ferrarese in seguito all’operazione “Mare Nostrum”. I dati provengono da un documento trasmesso dall’assessore ai Servizi alla Persona Chiara Sapigni ai membri della prima commissione consiliare.

I numeri sono piuttosto freschi, datati 29 ottobre, e sono soggetti a variazioni repentine, sia per nuovi arrivi che, fatto non sporadico, per la decisione di alcuni migranti di abbandonare volontariamente le strutture. In particolare, nel ferrarese risultano essere presenti 215 richiedenti asilo, a cui si aggiungono altre 66 persone giunte autonomamente (dunque extra Mare Nostrum). Sempre a tale data, risultano anche 57 stranieri che si sono di fatto resi irreperibili, scegliendo di proseguire il loro cammino in Italia (o altrove) in autonomia.

Gli ospiti vengono accolti in diverse strutture dei comuni di Ferrara, Codigoro, Vigarano Mainarda, Fiscagli, Comacchio, Cento, Ostellato, Argenta e, nonostante le polemiche del sindaco Alan Fabbri durante questi giorni di campagna elettorale, Bondeno. Come sottolineato anche in commissione dalla stessa Sapigni “l’organizzazione complessiva dell’accoglienza dei richiedenti asilo è in capo alla prefettura che ha emanato specifici bandi per affidare a soggetti gestori l’accoglienza”.

Sul territorio provinciale le strutture interessate sono la cooperativa Camelot che ospita 101 persone in diversi comuni (21 a Ferrara, 21 a Codigoro, 24 nelle due strutture di Comacchio, 8 a Cento e 27 a Fiscaglia); il gruppo locale monsignor Filippo Franceschi, con 44 richiedenti asilo in due strutture a Ferrara; Viale K con 9 ospiti in due strutture a Ferrara, 5 a Copparo, 7 ad Argenta e 27 ad Ostellato; la coop Ballarò con 37 ospiti a Ferrara; la coop Vivere Qui che ospita 14 persone a Vigarano Mainarda; l’istituto Don Calabria con 15 richiedenti asilo a Ferrara e l’Hotel Lupa di Ferrara con due persone. In maniera autonoma rispetto al coordinamento dell’Asp, l’associazione Accoglienza accoglie 20 persone nelle proprie strutture di Bondeno.

Fornite anche le nazionalità: Nigeria (65), Mali (63), Gabia (40), Senegal (36), Pakistan (28), Afghanistan (27), Costa d’Avorio (7), Ghana (4), Camerun, Guinea, India, Bangladesh (2), Somalia, Iraq e Eritrea (1).

L’assessore Sapigni ha tenuto a precisare anche i criteri di ripartizione scelti dal ministero – che è a capo di tutta l’operazione – su base territoriale e, in particolare, sulla base del numero di abitanti per ogni Regione: “Dal conteggio sono stati esclusi i Comuni inseriti nel cratere del sistema, per cui all’Emilia Romagna vengono assegnati il 7% dei profughi e, di questi, il 7% è la quota assegnata al territorio provinciale di Ferrara”. In seguito a Mare Nostrum, inoltre, “sono stati finora rilasciati 50 permessi di soggiorno”.

Rimarcate anche in sede di commissione consiliare le difficoltà a reggere ulteriori arrivi: “Facciamo la nostra parte in base alle richieste del ministero, però è evidente che siamo in difficoltà e per questo mi impongo nelle conferenze territoriali affinché prima di mandarci altre persone le altre province rispettino la loro quota di accoglienza. Siamo in emergenza, abbiamo numeri che sono di molto superiori rispetto a quelli degli anni precedenti, quasi il doppio dell’emergenza Nord Africa ma ognuno è responsabile di seguire l’invito del ministero, se no aspettiamo che il prefetto faccia le ordinanze, ma non mi pare una soluzione migliore”. Problemi anche per il futuro degli immigrati, dato che, a differenza del programma Sprar, manca una prospettiva a lungo termine: “Le convenzioni hanno durata trimestrale, poi non ci sono indicazioni su come continuare”.

Un altro chiarimento arriva in merito alle strutture utilizzate: “Non vengono assolutamente usate le strutture comunali né si è mai pensato di mettere queste persone negli alloggi di edilizia popolare, non sono soluzioni che riteniamo corrette”, precisa la Sapigni che rivela che è allo studio un progetto per “permettere a queste persone di fare del volontariato durante i sei mesi nei quali, per legge, non possono lavorare”.

Un po’ di bagarre è scoppiata sulle domande del consigliere di FI Matteo Fornasini (presidente della commissione) in merito al ruolo di Camelot: “Non è l’unica cooperativa ad aver ricevuto affidamenti e ad operare nel settore, puntare tutto su di essa mi pare un po’ capzioso. Tutti gli affidamenti di Mare Nostrum sono arrivati tramite i bandi della prefettura e per quanto riguarda l’emergenza Nord Africa i servizi sono stati rendicontati e verificati dalla Protezione Civile che era a capo dell’operazione”.

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