Cronaca
29 Ottobre 2014
L'addetto alla sicurezza nel 2009 impedì a un ragazzo di origine tunisina di entrare nel locale

“No ai magrebini in disco”, condannato buttafuori

di Daniele Oppo | 2 min

trib“Questa sera tunisini e marocchini non possono entrare”. Una frase che è costata la condanna a sei mesi di reclusione – concessa però la sospensione della pena – a Omar Passarella, addetto alla sicurezza della discoteca Barracuda che nel 2009 impedì a un ragazzo di origine tunisina di entrare nel locale.

Il giudice Attinà lo ha riconosciuto responsabile del reato di violenza privata, riconoscendo anche l’aggravante dell’odio razziale, compensata però dalla concessione delle attenuanti generiche. Il Pm Bovi aveva chiesto un anno di reclusione. Non riconosciuta invece l’altra aggravante, ovvero quella portata della minore età del giovane tunisino vistosi respinto. Passarella, che ha suo carico anche una recidiva specifica per lesioni, dovrà risarcire i danni, oltre che le spese processuali.

I fatti risalgono al 6 giugno 2009, quando il buttafuori che sorvegliava l’ingresso del locale aveva impedito al giovane nordafricano di entrare. Secondo il racconto del giovane, un suo amico era già dentro ma quando lui si è presentato all’ingresso gli è stato chiesto da dove provenisse e alla successiva e sincera risposta sulla sua nazionalità l’addetto alla sicurezza ha pronunciato la frase incriminata. Secondo un testimone ci sarebbe stata addirittura una direttiva in tal senso da parte dei gestori del locale.

Una volta ricevuto il rifiuto ci fu un piccolo diverbio e il tunisino venne allontanato a forza di qualche spintone, ma la situazione fortunatamente non degenerò in uno scontro fisico. Il ragazzo preferì sporgere denuncia contro Passarella – difeso in giudizio dall’avvocato Flavio Cattabriga – sottolineando la discriminazione etnica di cui sarebbe stato vittima, per poi costituirsi come parte civile attraverso l’avvocato Cinzia Rizzatello.

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