Comacchio
29 Ottobre 2014
Condannati due comacchiesi che, attraverso telefonate anonime, avevano minacciato il rivale di spifferare i suoi tradimenti alla moglie

Un triangolo amoroso che finisce con l’estorsione

di Redazione | 2 min

tribunale2Comacchio. Un triangolo amoroso parecchio ‘velenoso’ quello di cui si è discusso ieri nel tribunale di Ferrara. Dove due comacchiesi sono stati condannati – uno in patteggiamento, il secondo tramite rito abbreviato – per una tentata estorsione ai danni del ‘terzo incomodo’ che si era inserito in una tresca extraconiugale sulla riviera comacchiese. Chiedendogli non solo di farsi da parte nella storia clandestina con una donna del posto, ma anche di consgnar loro una cifra in contanti se non voleva che la moglie fosse informata dell’accaduto da una telefonata anonima.

La vicenda, che si è svolta poco più di un anno fa, ha radici che partono da più lontano: da quando cioè un comacchiese cominciò una relazione extraconiugale con una sua conoscente. La loro storia continuò senza particolari intoppi – se non per la preoccupazione di essere scoperti dalla compagna dell’uomo – fino alla primavera scorsa, quando la sua amante cominciò a sua volta una storia segreta con un altro comacchiese, anch’egli sposato. Da qui scaturì la gelosia dell’amante ‘tradito’, che cominciò a fare telefonate minacciose al proprio rivale e chiede a un amico di fare lo stesso verso la donna. Telefonate anonime in cui ‘consigliavano’ ai due di interrompere la loro frequentazione se non volevano che la storia venisse allo scoperto. E chiedendo addirittura una somma in contanti per non rivelare nulla alla moglie tradita.

È stato a quel punto che l’uomo ricattato – lungi dal prendere in considerazione le richieste anonime – ha sporto denuncia per tentata estorsione. Fornendo ai carabinieri di Comacchio un ampio materiale probatorio attraverso la registrazione delle telefonate ricevute. Sono così cominciati i guai legali sia per il primo degli amanti – ritrovatosi poi nel ruolo del ‘tradito’ – che per l’amico che lo aiutò a effettuare le telefonate anonime. Il primo ha patteggiato una pena di un anno e quattro mesi e anche il secondo, difeso dall’avvocato Alessandra Palma, ha ottenuto la stessa condanna dopo aver fatto ricorso al rito abbreviato.

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