Chiedo spazio al Giornale per mettere in chiaro e puntualizzare alcuni aspetti che mi piacerebbe fossero trasparenti e condivisi, in tema di rapporti sindacali e governo del territorio.
Capisco, nonostante tutto, che l’essere “pro” o “contro” il sindacato, “maggioranza di governo” o “minoranza in lotta”, “portatori di innovazione” o “conservatori di posizione” siano temi che ben riassumono il contenuto delle disquisizioni politiche che in questi giorni sono molto in voga nel dibattito nazionale. Ne abbiamo un esempio più che evidente sui quotidiani che ci riportano gli accaduti romani, così come sulle infinite discussioni della rete. Purtuttavia, come si evince dalla natura dell’aggettivo stesso, questa classificazione che ben si presta al riassunto giornalistico, è attuale oggi. Domani, probabilmente, non lo potrebbe essere già più. Ma nel mentre si decide quale ruolo giocare e quale veste affibbiare al proprio interlocutore, la vita delle persone continua e i problemi reali della cittadinanza rimangono e, anzi, probabilmente si acuiscono.
A leggere alcune dichiarazioni di esponenti sindacali, come anche di recente Mirella Boschetti di Fials, si ha l’impressione che il Sindaco di Copparo sia la controparte: di chi, domando? Dei lavoratori che operano alla Casa della Salute? Dei cittadini che necessitano dei servizi offerti dalla Casa della Salute? Francamente, non mi è chiaro ed è piuttosto difficile darmi una risposta. Rimango convinto di lavorare ogni giorno, come Sindaco di Copparo e come presidente dell’Unione Terre e Fiumi, per la nostra comunità, ascoltando le esigenze di tutti e lavorando con chi può offrire un contributo concreto, lottando per mantenere adeguati i servizi.
Non sono e non mi sento la controparte del sindacato; quando ci sono dei problemi, vanno dichiarati, studiati e quando possibile risolti. Per fare questo però, serve, da qualsiasi lato del tavolo, collaborazione. I problemi si risolvono insieme. Il sindacato per mia cultura e formazione politica è un soggetto protagonista della vita sociale di una comunità e di un territorio.
Avverto invece una spinta alla contrapposizione, quella stessa spinta che punta a dividere le opinioni e che porta a far sì che anche quanto di importante per la comunità sta avvenendo, venga trattato come elemento marginale. Potrei riferirmi, per fare uno degli esempi possibili, al programma di riabilitazione domiciliare rivolto a pazienti con patologie complesse. Non se ne è trattato poi più di tanto, in fondo, forse qualcuno pensa fosse scontato.
I “giochini” che vogliono dimostrare chi sia più di sinistra, o più conservatore, non mi hanno mai appassionato, essendo io da sempre convinto che con le contrapposizioni non si può andare da nessuna parte.
Le vicende della Casa della Salute, così come quelle che vedono implicati altri ambiti o soggetti della vita del territorio, vanno affrontate nel giusto modo, provando a fare lo sforzo di condividere un reale intento di collaborazione, in un panorama ben più ampio dei confini comunali.
La crisi Berco è per me l’esempio più importante e chiarificatore per spiegare il mio pensiero nonché il metodo di lavoro che ritengo essere il più proficuo per tutti. Il risultato di Berco, è stato ribadito fin da subito da più parti, si è ottenuto grazie a un lavoro di squadra unitario e coeso tra Sindacato, Enti locali e Regione Emilia-Romagna. Non possiamo dimenticarlo e sono certo che chi ha lavorato in quei mesi per risolvere la vertenza della fabbrica metalmeccanica ha chiaro, come ho chiaro io, che solo un grandissimo gioco di squadra ha potuto portare a casa il risultato che si è raggiunto. Si parlava allora di “modello Copparo”. Per me quel modo di lavorare, quel sistema di rapporti costruiti tra istituzioni e rappresentanze del mondo del lavoro rimane validissimo.
Non accetto di essere il problema, il nemico a cui contrapporsi e su cui puntare il dito appena qualcosa non va. Certo, le opportunità politiche di chi cavalca queste problematiche sono palesi, ma io sono un Sindaco e questo mio ruolo viene prima di tutto, e quando dico tutto significa anche che il mio ruolo viene prima della mia appartenenza politica. Concludendo, ribadisco che sono sempre disponibile al confronto, alla discussione e alla risoluzione di problemi concreti, non sono disponibile a prestarmi a giochi di fazione o a rincorrere le ultime mode romane in fatto di attualità di classificazione politica o di scontro con il sindacato, ma è evidente che per condividere gli obiettivi è necessario essere almeno in due.
Nicola Rossi
Sindaco di Copparo