Eventi e cultura
26 Ottobre 2014
A Ferrara, la giornata nazionale dedicata al software libero e Open Source

Linux Day: il giorno dell’innovazione

di Redazione | 5 min

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unnamed (23)di Valentina Cioni

“If you’re bored , you’re doing something wrong”. Tradotto: se sei annoiato, stai facendo qualcosa di sbagliato. Questa frase di Richard Dawkins, viene citata da Mauro Tortonesi durante il Linux Day: giornata dedicata a Linux e al mondo dei software open source che nella edizione di Ferrara si è tenuta presso l’Aula Magna del Polo Scientifico Tecnologico dell’Università degli Studi di Ferrara. Un evento che coinvolge più di 100 città in tutta Italia, tra esperti del settore, professionisti e giovani neofiti.

Il fine dell’evento è di promuovere ad una più vasta platea la realtà del sistema operativo Linux e del Software Libero e Open Source (SLOS), insieme ai vantaggi ed i benefici che ne derivano. Il giro di conferenze è organizzato da Ferrara Lug (Ferrara Linux User Group) e la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Ferrara. Introdotta da Paolo Holzl, la giornata è divisa in due parti: una mattutina di base teorica ed una pomeridiana tecnica. Mauro Tortonesi, ricercatore presso il Dipartimento di Ingegneria parte con il primo talk introduttivo del Linux Day. “Se non ci fosse lui (l’evento) non ci sarebbe” afferma Holzl.

Tortonesi introduce il concetto di software dal punto di vista storico e pratico, passando al tema attuale delle reti, della condivisione e dell’Open Source. Il termine Open Source può sembrare di nicchia, ma si sta diffondendo su ogni livello della nostra economia e società. Nell’ambito dell’informatica indica un approccio diverso all’utilizzo dei programmi sui nostri computer, tablet e smartphone. In passato il programmatore scriveva un programma che veniva solamente fruito; il mezzo elettronico lo eseguiva seguendo queste istruzioni prefissate. Oggi esiste un approccio diverso: viene sì creato il programma, ma l’utente finale può contribuire al developement (la crescita) di questo. Due approcci diversi, uno scontro tra due modelli: quello rappresentato da OS (Operative Systems) come Windows ed iOS in opposizione a quello di Linux.

unnamed (19)Non si tratta di definizioni teoriche applicabili solo al mondo degli studiosi: la matrice economica di questa differenza pragmatica è altrettanto importante. “Dicotomia fa rima con economia, signora mia…” recita una delle slide di Tortonesi. Le applicazioni che utilizziamo sui nostri smartphone sono un bene; ciò che produciamo scrivendo su Word è un bene. Sto scrivendo un articolo con il mio pc e sono consapevole di utilizzare un “bene tangibile”. Utilizzo non solo la struttura esterna del mio pc, ma tutti i suoi applicativi interni. In altre parole il software. Per la maggior parte delle persone, si tratta però di utilizzare un “bene opaco”, che non si può modificare.

SLOS, al contrario, è un modello totalmente diverso che ritiene indispensabile la diffusione del codice sorgente del programma, stimolando il processo evolutivo del software. L’utente può finalmente adattare il programma alle proprie esigenze, redistribuirlo, migliorarlo. Il meccanismo funziona in un ciclo virtuoso dove gli sviluppatori volontari, insieme agli sviluppatori pagati creano un software a cui gli utenti contribuiscono attivamente. Come singoli, ma anche in team. Possono “costruire una carriera, contribuire al processo di evoluzione del programma”.

Nascono nuovi modelli di business come il Manufacturing 2.0.: “The Economist”, lo considera il servizio che sarà alla base della terza rivoluzione industriale. Una illustrazione sulle specifiche di questo settore di sviluppo, ha mostrato come il fornire tecnologia smart e open, stia diventando una necessità di molte aziende. In particolare nella conquista dei mercati esteri.

Sempre a livello economico e di produzione, Matteo Fortini, ingegnere informatico , nella seguente esposizione, spiega il concetto di Making e tutte le nuove tecnlogie annesse e connesse al DIY (Do it Yourself): stampanti 3D, aerofotografia, mappature. Insomma applicazioni open e nuove opportunità vanno di pari passo. E’ un modello più libero, in contrasto con quello proprietario. Non vi è però una totale deregolamentazione: le licenze di utilizzo ci sono, sono aperte e sono precise. “Linux è diventato il sistema operativo che gira sul maggior numero di piattaforme hardware del mondo (…) dominando il mercato server.” spiega Tortonesi. Viene aggiornato continuamente: una release ogni tre mesi. Diecimila modifiche apportate da altrettanti sviluppatori che provengono da mille software house. Numeri notevoli, che aumentano dal 2006.

unnamed (22)Questa continua freschezza del prodotto, lo rende vantaggioso per le aziende. Un esempio su tutti: lo troviamo in ogni smartphone con Android, di cui è “il cuore”. A dare una dimostrazione di come creare velocemente una app per Android è Roberto Bertazzoni, che in diretta illustra con semplicità i passaggi per creare (in maniera basica) app funzionanti con Python. Si parla anche di ludicità, con la creazione di console per videogiochi (come Steam) basate sempre sul sistema creato da Linus Torvalds.

Naturalmente, vi sono anche degli svantaggi. Il principale è il bisogno essenziale di costruire il circolo virtuoso di utenti. Senza di esso, vi si potrebbero dedicare solo pochi sviluppatori, rendendo il lavoro stesso boring, noioso. Progettare per un informatico è divertimento. Verso mezzogiorno, Holzl parla delle nuove insidie di UEFI e Secure Boot, lasciando grandi speranze tra gli appassionati per quanto riguarda la compatibilità di Linux sui nostri device.

La mattinata si è conclusa con un dibattito, in cui si è analizzato il bisogno da parte delle aziende di tecnologie open, sia nel privato che nel pubblico. Oggi le amministrazioni pubbliche, stanno cercando di aggiornarsi ma mancano di risorse e di fiuto per l’investimento. “Lavoro nella informatica dal ’78 e al giorno d’oggi vi sono solo due concorsi pubblici dedicati ad ingegneri informatici, peraltro sospesi.” afferma un professionista.

Holzl interviene e ricorda, ironicamente, come in un concorso pubblico destinato al settore della informatica fosse richiesta una laurea in Lettere e Filosofia. Tortonesi chiude definitivamente il dibattito, ricordando come il Ministro della Cultura, abbia riso in faccia all’AD di Google, durante un loro incontro in cui quest’ultimo premeva per un investimento italiano nella digitalizzazione: “Ogni Paese ha la sua peculiarità, noi magari abbiamo giovani più competenti in storia medievale. ”.

Infine un orientamento per i giovani, ribadendo come le opportunità per gli ingegneri informatici siano molte. Un appello rivolto ai giovani, sempre in partenza, alla ricerca di altre opportunità: “E’ bellissimo se c’è una scelta (partire ndr), non è bello essere costretti” .

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