Comacchio. Per Coldiretti è “piuttosto incredibile” l’ipotesi che la morìa di vongole, come denunciato alcuni giorni fa sulla stampa locale, venga attribuita all’inquinamento delle acque causato dagli scarichi delle risai nei canali di scolo e di qui al mare. La colpa dunque, per l’associazione di categoria, non può essere delle risaie, soprattutto “in questo periodo nel quale da parecchie settimane i terreni coltivati a risaia nella nostra provincia sono stati da tempo messi in “asciutta”, in modo da poter consentire l’ingresso nei campi delle mietitrebbiatrici (passano almeno un paio di settimane tra asciutta e raccolta) per la raccolta che ormai è conclusa”.
A ulteriore difesa dei risicoltori, Coldiretti sottolinea anche che la funzione delle acque nei terreni coltivati a risaia ha diversi effetti: per la coltura del riso alla quale apporta una funzione termoregolatrice utile alla crescita e sviluppo della granella, ai terreni stessi, combattendo (specie nel basso ferrarese) la subsidenza e l’acidità delle torbe; alle acque immesse che grazie ad un effetto di fitodepurazione naturale, dopo la permanenza nelle risaie escono dai campi con caratteristiche migliori rispetto all’immissione, come testimoniato da diversi studi scientifici in materia. “Peraltro – aggiunge il presidente provinciale di Coldiretti Ferrara, Sergio Gulinelli – prima dell’ultima asciutta l’acqua in risaia viene riportata solo dopo aver ultimato gli ultimi eventuali trattamenti al riso con i prodotti chimici ammessi, per cui è da escludere anche una eventuale presenza di contaminazione da fitofarmaci”.
Infine a Coldiretti pare molto strano che si imputi agli scarichi delle acque di risaia questo effetto sugli allevamenti di vongole in questo periodo, “dato che il governo dell’acqua con immissione e scarico da e nei canali della bonifica avviene diverse volte nel corso del ciclo colturale, a partire da aprile maggio di ogni anno”.
“Ci dispiace per il problema insorto agli allevatori di vongole del comacchiese – conclude Gulinelli – che tra l’altro sono in buon numero nostri associati direttamente o per il tramite delle loro cooperative, ma non crediamo utile a nessuno innescare guerre tra risicoltori e allevatori di vongole o pescatori per una questione che non può avere, a nostro avviso, questo tipo di origine”.