di Marcello Celeghini
Il debito pubblico esiste davvero o è pura illusione? Per uscire dalla crisi servono davvero i sacrifici dei cittadini o c’è una via più breve ed immediata? Sono state queste, e tante altre, le domande che hanno animato la conversazione teatrale “Money 93 90”, organizzata dal gruppo Cittadini ferraresi per l’Economia e dalla Comunità Emmaus alla Sala Estense, per riflettere su molti degli attuali temi di attualità economica. Gli imputati principali di tutta la serata sono stati il sistema monetario e la finanza ‘virtuale’.
La conversazione teatrale è stata suddivisa in quattro atti preceduti da un prologo, in cui veniva presentato il problema, e seguiti da delle soluzioni finali fornite da una bambina e dei semplici cittadini, per sottolineare che la soluzione alla crisi non deve necessariamente venire da grandi economisti e da politici vari, ma chiunque di noi può avere l’idea giusta. Ma la corruzione e gli sprechi pesano davvero così tanto sull’aumento del debito pubblico? “La risposta è no – smentisce Claudio Bertoni del gruppo Cittadini per l’Economia-, il debito pubblico italiano è ora di 2150 miliardi di euro ed è così alto solo ed esclusivamente a causa degli interessi composti esorbitanti accumulati negli anni. Solo quest’anno lo Stato ha dovuto sborsare 80 miliardi di euro per continuare ad utilizzare quei soldi non suoi che, se sommati ai 120 miliardi di interessi sui debiti privati, arrivano a toccare i 200 miliardi di euro annui di interessi. Quindi pareggio di bilancio, lotta alla corruzione e tagli agli sprechi non servono a niente, è come operare di calcoli al rene una persona malata di leucemia”.
Ma il vero problema è che quando si parla di speculazioni finanziarie il denaro nasce dal nulla, attraverso un computer, senza che quel denaro sia mai stato messo in circolazione. “Finché le banche continueranno a creare denaro da nulla non si uscirà mai dalla crisi, ma anzi continuerà il processo di indebitamento. Cosa fare dunque? Ci sono invece alcune soluzioni per così dire ‘scomode’. La prima soluzione- continua Claudio Bertoni- è quella di creare una banca pubblica che possa acquistare titoli di stato ad interessi bassissimi. L’alternativa è invece quella di emettere dei certificati di credito fiscali che sono dei documenti, una sorta di moneta alternativa che può essere utilizzata per solo per pagare le tasse. La terza opzione è invece quella di emettere titoli di stato fiscali che si configurano come titoli di stato a tutti gli effetti con la differenza che lo stato stabilisce che può essere utilizzato per pagare le tasse alla scadenza. La quarta ed ultima soluzione, che si ricollega alla prima, è quella di riportare Bankitalia ad essere una banca pubblica. Fatti questi quattro passi, che rinforzano il sistema economico e lo stabilizzano, si può pensare di passare ad una situazione in cui lo stato emette tutta la moneta legale che diventa di sua proprietà. Le banche- conclude Bertoni- in questo contesto ritornerebbero a fare il loro mestiere, ovvero ricevere depositi e con quei soldi effettuare prestiti, ma solo su moneta reale”.
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