La straordinaria scoperta archeologica di un secondo natante di epoca romana, la visita del Ministro Franceschini ai freschi scavi, le sue importanti dichiarazioni e quelle non meno significative del sindaco Fabbri fanno venire finalmente al pettine i nodi dell’irrisolta questione museale di Comacchio e del Delta.
Irrisolta perchè tutto quanto concordato dal Comune di Comacchio e dalla Soprintendenza Archeologica dell’Emilia-Romagna, negli ultimi cinque anni, in materia museale contravviene clamorosamente e sfacciatamente agli impegni solennemente assunti da Stato, Regione, Provincia, Comuni di Comacchio e Ferrara, con la firma dei due protocolli d’intesa datati 1986 e 1997, per l’attivazione, a Comacchio, di un Museo delle Culture Umane nel Delta del Po. Di un museo ben diverso da quello dedicato solo a Comacchio che si sta ora banalmente progettando. E che sia, invece, in grado di tessere, promuovere e rappresentare la vasta rete delle emergenze ambientali, storiche e culturali di cui è strepitosamente ricco il Delta.
Quella stessa rete che, domenica scorsa, Marco Fabbri, nella sua nuova duplice veste di sindaco di Comacchio e di delegato provinciale al turismo, ha evocato come proprio ‘sogno’, mentre era in compagnia del Ministro Franceschini. Quel sogno che da sempre è anche nostro! Spetta allora proprio al sindaco Fabbri, se crede in quanto afferma, cambiare fin da subito scala e passo, promuovendo innanzitutto quell’accordo di programma previsto espressamente dall’art. 4 del protocollo d’intesa del 1997, con tutto ciò che ne consegue, per trasformare sul serio quel sogno in realtà.
Circolo del Delta
Sinistra Ecologia Libertà