Politica
20 Ottobre 2014
Durante la visita a Santa Maria in Padovetere il ministro ha parlato di "Art Bonus" e turismo

Franceschini: “Le imprese investano in cultura”

di Redazione | 3 min

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IMG_3113di Marcello Celeghini

Comacchio. “La politica italiana in tema di cultura e valorizzazione dei beni culturali non può vivere di rendita e stare ferma”. Non usa mezzi termini il ministro dei Beni Culturali e del Turismo Dario Franceschini nel giorno del suo compleanno, in occasione della visita agli scavi archeologici in corso nell’area dell’antica pieve di Santa Maria in Padovetere nei pressi di Comacchio, nel ribadire il proprio intento di trasformare il Mibact nel “più importante ministero economico per il Paese”.

Il primo punto fermo della politica franceschiniana in tema di valorizzazione delle bellezze italiane si chiama Art Bonus che consente, dopo decenni di chiusure e dibattiti, ai privati e alle aziende di investire sul restauro di un bene culturale pubblico in cambio di importanti sgravi fiscali per la propria attività. “L’Art Bonus- spiega il Ministro- è già applicativo. Dal primo gennaio 2015 le imprese che lo desiderano possono investire nei beni di enti pubblici, dai Comuni al Demanio, anche piccole somme che serviranno per restaurare e mantenere le nostre infinite bellezze sparse su tutta la Penisola. Questo provvedimento rappresenta una svolta: finalmente l’Italia ha preso coscienza che la sua più grande ricchezza è la sua storia e che, vista l’immensità e la diffusione del proprio patrimonio artistico, il pubblico non può essere in grado di fare tutto da solo e ha bisogno necessariamente di essere affiancato dal privato. È finita l’epoca assurda in cui la politica era immobilizzata nel rifiuto di vedere collaborare il pubblico e il privato nella tutela dei beni culturali”.

IMG_3135Il ministro ora si dice fiducioso che molte grandi imprese si faranno avanti. “Anche se ancora non vedo le imprese sgomitare per accedere all’Art Bonus, spero che nei prossimi mesi si vedano i risultati di questo provvedimento che è il più importante incentivo in Europa per investire nei beni culturali. Credo che, soprattutto per le imprese leader del Made in Italy, sia un dovere morale farsi avanti”. Ma oltre all’eccesso dei privati nel settore, per Franceschini è necessario ripensare all’offerta turistica dando spazio alla grande varietà delle bellezze italiane. “Il turismo culturale in Italia non deve essere solo Venezia, Firenze e Roma, occorre promuovere un’idea di turismo diffuso che vada a premiare anche le medio-piccole città culturali italiane e i tanti siti, anche isolati, sparsi sulla nostra Penisola. In questo senso la scelta di Matera come Capitale Europea della Cultura del 2019 merita sicuramente un grande plauso”.

Turismo culturale, turismo balneare, turismo naturalistico e turismo commerciale: per il ministro Franceschini devono fare rete diventando un’unica offerta turistica. “I turismi che riguardano le masse ora sono quello balneare e quello dello shopping- spiega il Ministro- poi viene il turismo enogastronomico e poi quello museale. La chiave del successo nel futuro sarà quella di presentare un’offerta turistica in grado di contenere tutti questi tipi di turismo riuscendo a portare dentro ai musei il turista che fa shopping e, allo stesso tempo, dare alternative, ad esempio in una giornata di brutto tempo, al turista balneare”.

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