di Marcello Celeghini
Considerare la cospicua presenza di immigrati non come un problema ma come un’opportunità da valorizzare. Sono queste, in sintesi, le linee guida del Piano Triennale 2014-2016 per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri presentato nella sala conferenze di Palazzo Bonaccossi a cura dell’assessorato alla Sanità/Servizi in collaborazione con l’Ufficio Alunni Stranieri dell’Istituzione Scuola. L’occasione è servita anche a fare il punto sulle politiche di integrazione avviate, ormai da anni, dal Comune di Ferrara.
Sono quattro gli obiettivi strategici del Piano: inclusione, equità e diritti, cittadinanza, antidiscriminazione. Quattro concetti pieni di significato per l’ormai importante fetta di emiliano-romagnoli di origine straniera: alla fine del 2013 erano ben 500mila su un totale di 4,5 milioni di abitanti. Ferrara, tra i capoluoghi della regione, è la città dove l’incidenza di cittadini di origine straniera sulla popolazione totale è più bassa e si attesta sul 9% (circa 12mila su una popolazione di 134mila abitanti). Nella nostra città però si hanno due primati ben poco onorevoli come il più basso tasso di fecondità e, dall’altro lato, il più alto tasso di mortalità in regione. La popolazione di origine straniera va quindi a mitigare un processo di invecchiamento della popolazione.
Un quadro in continua evoluzione che vede un ulteriore lieve aumento della popolazione immigrata entro il 2020. Nel Piano, per questo motivo, è messa nero su bianco la volontà di darsi strumenti sempre più efficaci per dare risposte a questi nuovi cittadini facendo sì che vengano a trovarsi pienamente integrati nella società italiana. “Il Comune di Ferrara- interviene l’assessore Chiara Sapigni- si è impegnato già da più di un decennio nell’organizzare iniziative volte a favorire l’integrazione e le pari opportunità. Sono attivi i corsi scolastici estivi dove i bambini arrivati in Italia possono colmare il gap con i loro coetanei autoctoni imparando la lingua italiana. In dieci anni la percentuale di immigrati a Ferrara è aumentata dal 3% del 2004 al 9% di quest’anno. Occorre quindi dotarsi di strumenti sempre nuovi e i piani regionali triennali sono il luogo giusto per pianificare le strategie legate a questi temi”.
Un cambio di visione è invece necessario per Andrea Facchini del servizio politiche per l’accoglienza dell’Emilia Romagna. “Troppo spesso nel parlare del fenomeno dell’immigrazione si parla di emergenza. È un modo sbagliato di affrontare la questione, occorre piuttosto riflettere su come fare sentire queste persone pienamente italiane e su come garantire loro i diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione”.
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