Faccio il sovversivo
18 Ottobre 2014

Scioperare è un sacrificio

di Faccio | 3 min

Scioperare è un sacrificio. Che non mi si venga a dire che chi sciopera non ha voglia di lavorare perché non è cosí: chi sciopera perde salario, chi sciopera fa un torto alla propria azienda, (alla quale la maggior parte dei lavoratori é riconoscente) chi sciopera e partecipa alle iniziative di lotta ha come un uovo sodo in gola, che non va né su e né giù, citando un vecchio film di Virzì.

Però cosa volete che vi dica… È scioperando per questioni come queste che sono in pace con me stesso… mi sento soddisfatto, guardo in faccia i miei figli e sono contento di avere fatto qualcosa anche per loro.

Specialmente in questo momento, nel quale i signori che ci governano tentano, per l’ennesima volta, di toglierci diritti conquistati in tanti anni di dure battaglie.

Maria Cervi, figlia di uno dei sette fratelli Cervi uccisi dai fascisti durante la seconda guerra mondiale, diceva: “nessuna conquista è per sempre, c’e sempre qualcuno che è interessato a toglierla, per cui RESISTERE diventa un dovere, oltre che una necessitá, altrimenti non si va avanti”.

Ecco perchè noi oggi dobbiamo resistere a questi attacchi, che oltretutto arrivano direttamente da chi non te lo saresti mai aspettato, cioè da un governo che molti ritengono ancora di sinistra, ma che nella realtà non lo è più da un pezzo.

Per questo diventerà uno degli attacchi piu pericolosi della storia repubblicana, proprio perché arriva dalle nostre radici e dalla “nostra” gente.

Vorrei dire a chi ci dirige che non ce n’era bisogno, che stavamo bene lo stesso, anche senza questo tipo di manovre che vanno a colpire proprio chi ha già pagato tanto.

Vorrei anche far capire alla cosidetta base del principale partito che ci controlla che bisogna ragionare su cosa realmente sta accadendo e suggerire che alla prossima tornata elettorale possono anche decidere di cambiare il loro voto, perché non è una fede calcistica, qui in ballo ci sono milioni di persone e non uno sfottò fatto perché alla propria squadra è stato dato un rigore che non c’era.

Allo sciopero regionale che si è svolto il 16 ottobre a Bologna abbiamo sostenuto uno striscione che portava solidarietá ai lavoratori della AST di Terni (Thyssenkrupp) con al fianco la mia sigla sindacale e questo mi ha fatto doppiamente piacere.

Termino il mio pensiero con il menzionare il segretario provinciale della FIOM, che spiegava nelle assemblee fatte in fabbrica che si possono contrattare con la controparte tante problematiche riguardo al salario o al luogo di lavoro, ma l’articolo18 NO… l’articolo 18, per noi è come l’aria che respiriamo…

Bravo Samuele Lodi, continuiamo insieme la nostra lotta, lunga e difficile, ma con la consapevolezza che Resistere non è un colpo di fulmine, ma una scelta pensata e ragionata da chi vuole per se e per i propri figli una vita normale e dignitosa, fatta di cose giuste e oneste.

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