Comacchio
17 Ottobre 2014
Il sindaco di Comacchio si difende e attacca duramente il leader del M5S

Fabbri risponde a Grillo: “Metodologie squadriste”

di Daniele Oppo | 9 min

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Fabbri-Grillo2Comacchio. Cita Enrico Berlinguer sulla questione morale e anche Bertolt Brecht Marco Fabbri, che reagisce con un post fiume su Facebook all’espulsione dal Movimento Cinque Stelle decretata da Beppe Grillo.

Amarezza, tanta amarezza – scrive il sindaco di Comacchio – per una espulsione arrivata con metodologie squadriste, dove il dialogo democratico viene bandito e dove o si fa come vogliono loro oppure sei fuori. Io non so cosa ne pensino gli aderenti al Movimento, ma a mio avviso la deriva fascista che lo stesso sta assumendo ha connotati davvero preoccupanti; avrei voluto spiegare le mie motivazioni, il duro lavoro svolto in questi due anni, essermi confrontato e poi eventualmente essere espulso. Ma forse la votazione on-line poteva portare a dei risultati non graditi, quindi meglio liberarsene subito di chi ragiona con la propria testa e fa troppe domande”.

Fabbri, dicevamo, cita Berlinguer che “lo aveva spiegato bene già nel 1981, due anni prima della mia nascita. Non è solo un problema di onestà della classe dirigente, bisogna difendere le istituzioni dalla partitocrazia che le ha invase. Un obiettivo ancora attuale e che gli eletti del Movimento 5 stelle stanno portando avanti in primo luogo all’interno delle istituzioni, qualunque esse siano. Nelle istituzioni bisogna esserci, discutere, lottare… insomma fare politica. Se sei fuori dalle istituzioni – rimarca Fabbri difendendo la propria scelta di entrare nella nuova Provincia – non riesci ad incidere e dunque provare a cambiare le cose che non vanno. Lo stanno facendo con maggiori sforzi coloro che, come me, hanno la responsabilità di Governo da ben due anni. Voglio partire da qui per spiegare la mia amarezza che ho provato oggi, sentendomi liquidare, con un ps di poche righe”. Arriva poi Brecht, letterale: “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari. E fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei. E stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, ed io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”.

L’ormai ex sindaco grillino passa poi all’analisi dei motivi – “se così vogliamo definirli” – della sua espulsione con accuse “ricevute via semplice e-mail”.

La prima è quella di aver deciso di candidarsi alle provinciali nell’ambito di una lista “da lei presentata, sempre quale emanazione del MoVimento, oltrettutto alleandosi ad altri partiti, risultando, al termine della tornata, eletto”. Fabbri replica che “non è stata presentata alcuna lista con il simbolo del M5S, dettaglio che fa emergere la non conoscenza di quello che i propri eletti stanno facendo sui territori. Si è deciso di dialogare con tutti i sindaci per arrivare ad una soluzione istituzionale ed onnicomprensiva che sia rappresentativa del territorio, una visione più larga, non più politica ma di tipo istituzionale, che intende includere tutte le rappresentanze amministrative e non i partiti. La candidatura del sindaco di Comacchio – spiega Fabbri – va in questa direzione, con l’obbiettivo di rappresentare il territorio, comprensivo anche di coloro che non mi hanno votato, perché il sindaco rappresenta tutti”.

Arriva poi la querelle sulle regole dello statuto del M5S in base al quale il Movimento rifiuta la partecipazione alle elezioni provinciali e qualsiasi alleanza “come quelle di cui lei si è reso protagonista”. L’epurato ribatte con forza che all’atto della sua candidatura nel 2012 era tenuto “al rispetto dello Statuto, riferito come ‘Non Statuto’ (ultima versione risalente al 10 dicembre 2009), in quanto il 5 stelle non essendo un partito, non poteva avere uno statuto e dato che vigeva allora il principio dell’ ‘uno vale uno’ non avevamo nemmeno un organigramma. Nel ‘non statuto’ – continua Fabbri – non c’è alcun riferimento alla partecipazione alle elezioni provinciali. Poi nel 2013, a pochi giorni dall’insediamento dei neo-parlamentari, scopriamo da un giorno all’altro che non esiste soltanto un non statuto a regolare la vita del Movimento Cinque Stelle, ma viene calato dall’alto anche uno statuto vero e proprio al pari degli altri partiti. Spunta anche un organigramma”.

Fabbri attacca poi direttamente il leader maximo del M5S: “Beppe Grillo non è solo il megafono del Movimento, ne è anche il presidente. Suo nipote Enrico, invece, è socio fondatore e vice presidente di M5S. Il commercialista Enrico Maria Nadasi, è il segretario. Tutto questo non viene votato, non viene condiviso dalla rete e personalmente vengo a conoscenza della cosa dai media. I posteri spiegheranno come lo statuto fosse già stato approvato nel dicembre 2012 e serviva per candidarsi alla elezioni politiche, ma anche (e sopratutto) per la gestione economico-finanziaria del movimento. Il consiglio direttivo secondo lo statuto, ‘determina le priorità e i piani di attuazione dei deliberati assembleari’, ‘approva i regolamenti e determina annualmente, in base al fabbisogno finanziario individuato, l’ammontare del contributo obbligatorio dovuto da ogni associato’, ‘tiene il libro soci ed accettazione delle domande di adesione’. Il presidente invece ha competenza esclusiva per quanto riguarda la ‘rappresentanza politica e giuridica dell’associazione’, la ‘designazione dei delegati presso ciascuna circoscrizione elettorale all’effettuazione del deposito delle liste dei candidati’, la ‘direzione e il coordinamento dell’attività dei delegati alla raccolta delle firme degli elettori ed al deposito delle liste dei candidati’, la ‘promozione’ e il ‘coordinamento di iniziative per la diffusione del programma’, la ‘promozione di iniziative di supporto tecnico alla realizzazione degli obiettivi del programma’, e ‘l’amministrazione e la gestione di eventuali fondi dell’associazione’. Anche nello statuto – sottolinea il sindaco di Comacchio – non c’è alcun riferimento alla partecipazione alle elezioni provinciali.

“Il programma elettorale nazionale – continua Fabbri – altro perno del movimento per chi ha inteso aderirne, parla invece di ‘abolizione delle province’ e dunque, fatti salvi post, ps o consuetudini Marco Fabbri non ha tradito alcuna previsione statutaria ed è ancora convinto della necessità di dover abolire le province“.

Ancora un attacco ai requisiti formali e sostanziali della sua espulsione: “Nel programma si parla di abolizione delle province, intese come ‘vecchie province’ ad elezione diretta (e quindi del popolo) e non di secondo livello come lo sono da pochi mesi con la riforma Del Rio, della quale non si è mai discusso. La riforma prevede che i Sindaci siano membri di diritto nell’assemblea dei sindaci (io quindi in provincia dovevo “sedermi” in ogni caso al di là dei diktat di qualcuno) ed inoltre una elezione di secondo grado, tra sindaci e consiglieri comunali, per eleggere il consiglio provinciale che dovrà prestare la propria opera gratuitamente facendosi carico degli oneri relativi all’assicurazione. Il tutto con un risparmio stimato per la provincia di Ferrara di circa 300.000 euro, ovvero quasi nulla.

“Per quelle che sono rimaste con il nome Provincia sono l’unico ad avere avuto il coraggio di candidarsi e a segnalare la contraddittorietà della questione, dato che non era consentito aprire un dibattito pubblico con lo staff e/o con il movimento. Nel programma nazionale c’è anche l’accorpamento dei Comuni sotto ai 5.000 abitanti e dunque per analogia perché li è consentito candidarsi?”

Fabbri si difende anche sulla questione alleanze – “Non ne ho fatte ma ho usato il buon senso con una visione più larga, un incarico gratuito, non politico ma di tipo istituzionale, che intende includere tutte le rappresentanze amministrative e non i partiti – e attacca ancora: “Le alleanze nel Movimento 5 Stelle però si sono fatte, queste sì contro statuto, queste si forse per convenienza economica: con Farage ed è stata fatta una votazione. Purtroppo non ci è consentito vedere i conti del Movimento, quello che incassa il blog con la vendita delle pubblicità e dei libri, non sappiamo chi sono i revisori dei conti. Si è parlato anche di altre alleanze in Parlamento Italiano, per governare il Paese, ma per quelle non si è votato: il classico ‘due pesi e due misure’.”

“La ventata di insulti in particolare nei confronti del Presidente Napolitano – prosegue Fabbri nel suo sfogo – ha forse segnato il picco negativo di un Movimento nato come un movimento di protesta, ma che però nelle ultime elezioni europee è riuscito a consolidare un elettorato con un risultato straordinario, sminuito da qualcuno, ma davvero eccezionale. E ora stiamo buttando via gli sforzi di milioni di persone“.

Grillo FabbriIl post si conclude con un attacco personalissimo e diretto a Beppe Grillo: “A Comacchio hai mangiato a sbaffo l’anguilla, da buon genovese ti sei risparmiato i soldi per una chiamata per espellermi e non hai avuto nemmeno i coglioni per un confronto sul tema: prendo atto. Non sono mai stato un amante dei supereroi, non sarà di certo una persona a cambiare l’Italia. Marco Fabbri di certo no, ma il suo piccolo contributo lo sta dando e si sta sporcando le mani tutti i giorni, altri sbraitano e gridano. Nel Movimento 5 Stelle ci sono persone buone e meno buone”.

“Non è sempre facile fare una radiocronaca: a seconda del campo “caldo” in cui giochi, può essere molto difficile, per questo motivo in questi due anni e mezzo ho preferito lavorare a testa bassa sul mio campo, sul mio territorio e per il bene di Comacchio, non mettendo mai il naso nei piani alti della politica del Movimento, ma ora sono stato costretto a farlo. “Siamo fuori del Movimento – conclude Fabbri – ma non dall’impegno preso con gli elettori”.

E dato che con un ps è stato liquidato, con un ps Fabbri conclude il suo sfogo: “Nel Movimento ci sono tantissime brave persone (e io penso di essere una di quelle) anche se domani nessuno più si ricorderà di me. Il M5S è l’unica nostra ancora di salvataggio. Io continuerò a votarlo, ma per andare avanti bisogna cambiare marcia altrimenti a forza di espulsioni ed epurazioni rimarranno soltanto in due, entrambi riccioloni. Al ballottaggio l’avevo detto: i comacchiesi hanno un cuore grande, ma nessuno intromissione, Beppe per me sei fuori dal Movimento. Questo è quello che avevo detto al comizio”.

Il messaggio finisce con un video del 17 maggio 2012, quando Grillo e Fabbri erano in piena campagna elettorale. In quell’occasione il giovane che destinato a diventare sindaco disse: “Approfitto della presenza di Grillo perché è uscita questa cosa dei diktat di Grillo, che non vuole che si facciano i confronti. Ma i partiti non hanno capito una cosa perchè sono abituati a una struttura gerarchica. Da noi non è così – affermava per poi passare al discorso sulla sanità comacchiese -. Se Beppe avrà delle idee, come tutti voi cittadini, positive per Comacchio, ben vengano. Ma nessun diktat: se mi chiamerà per dirmi una stronzata o impormi qualcosa, sarò libero di mandarlo a fare in culo come tutti gli altri. Che questo sia chiaro”.

Ma la chiamata non è arrivata.

 

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