Vigarano
1 Ottobre 2014
Le opposizioni chiedono al sindaco informazioni su identità e provenienza e minacciano di rivolgersi alla prefettura

Rifugiati a Vigarano: ‘Così non è integrazione’

di Redazione | 2 min

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Oltre cento persone al corteo organizzato dal centro sociale La Resistenza. Dal parco Coletta a piazza Castello studenti e lavoratori di ogni età hanno intonato insieme “Bella Ciao” e altri canti antifascisti.

vigarano rifugiatiVigarano Mainarda. “Da maggio ci sono sul territorio 14 rifugiati che sono ospiti in via Pasta. Il problema è che sono arrivati qui, secondo i documenti per scappare da guerre o colpi di Stato, mentre a colpo d’occhio pare che non sia così. E soprattutto il sindaco non si è dimostrata disponibile a un confronto e sta trattando la questione in modo molto superficiale: allo stato non sappiamo chi siano perché il consiglio comunale non ne è stato informato. Crediamo di dover prendere posizione, perché comunque vivono sulle spalle degli italiani”.

È questo il messaggio che ieri pomeriggio le opposizioni consiliari, nelle persone di Umberto Gardenghi, Mauro Zanella, Marcello Fortini e Antonio Raho, hanno inviato al sindaco di Vigarano Barbara Paron sulla questione dei rifugiati, minacciando addirittura di rivolgersi direttamente alla prefettura nel caso le informazioni precise sulla loro identità e provenienza non dovessero venire divulgate.

“Sappiamo che sono disperati e sappiamo anche che il sindaco deve rispondere a logiche di partito”, mette le mani avanti Fortini. “Non siamo intolleranti come ci si vuole far passare – si giustifica poi Fortini – ma quello che vediamo è che sono tutto il giorno in giro al cellulare. Questa non è integrazione, ma disintegrazione. Prima di loro ci sono famiglie italiane che necessitano di essere aiutate. Perché anziché lasciarli a loro stessi non li facciamo lavorare?”

E se Zanella mette in guardia dal pericolo della speculazione economica che potrebbe risultare da questa ospitalità – “La Paron è intenzionata a fare chiarezza? Questi disperati rischiano di essere merce di scambio”, dice – , Gardenghi mette in discussione la scelta stessa di ospitarli: “Siamo un Comune terremotato – spiega – avremmo anche potuto non prenderli e la Paron ha detto che sono arrivati senza che lei ne sia stata informata. Però sappiamo di un incontro in prefettura in cui sia Vigarano che Cento hanno dato la loro disponibilità”.

Gardenghi poi cita i Paesi di provenienza secondo quanto ha imparato da fonti non ufficiali: “Vengono da Nigeria, Mali, Gambia e uno dal Pakistan. Sono a carico dello Stato finché non verrà completato l’iter della richiesta di asilo, ma il 70% di queste richieste viene rifiutato e in quei posti non risultano esserci guerre. Il sindaco sa che poi quei costi saranno a carico del Comune?”.

A chiudere il cerchio ci pensa ancora una volta Zanella: “Se il sindaco non ci darà le informazioni di cui è in possesso che abbiamo richiesto saremo costretti a prendere un appuntamento in prefettura per dare un seguito alla questione e risolvere la mancanza di informazione”.

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