Riva del Po
1 Ottobre 2014
Andrei Rudenco fu vittima di una scarica elettrica da 15mila volt

Camionista morì fulminato, a processo il datore di lavoro

di Redazione | 2 min

tribunale genericaCologna. Stava scaricando le merci dal camion della ditta per cui lavorava, senza essersi accorto dei cavi dell’alta tensione che erano entrati in contatto con il cassone metallico del mezzo. Fu una scarica elettrica da 15mila volt a uccidere il camionista Andrei Rudenco, 36enne originario della Moldavia, ma secondo la procura di Ferrara le responsabilità potrebbero estendersi anche al suo datore di lavoro, Paolo Fontana, titolare di una ditta di autotrasporti di Caserta. Che secondo il pm Elisa Bovi potrebbe non aver formato adeguatamente i propri dipendenti sulle misure di sicurezza e di prevenzione degli infortuni sul posto di lavoro.

L’incidente avvenne il 25 ottobre del 2011 in via Lavezzola, a Cologna, nei pressi della cooperativa ortofrutticola Capa Cologna. Era il primo pomeriggio quando Rudenco arrivò sul posto e si preparò a una normale operazione di scarico e, dopo aver posizionato il veicolo, sollevò il vano di carico del camion con i comandi interni all’abitacolo, senza accorgersi che il cassone era entrato in contatto con i fili dell’alta tensione. L’autotrasportatore non si accorse di nulla: in un primo momento era isolato all’interno dell’abitacolo del camion. Solo una volta sceso, non appena toccò i comandi del vano all’esterno del camion, fu folgorato all’istante da una potentissima scarica elettrica che non gli lasciò alcuno scampo.

Sul posto arrivarono subito i soccorsi, ma per il giovane autotrasportatore non c’era più nulla da fare.I vigili del fuoco arrivarono per mettere in sicurezza il camion, ancora appoggiato ai fili, e l’episodio provocò un black out nella zona poi risolto in breve tempo. A far luce sul caso sono stati i carabinieri della stazione di Cologna, coordinati dalla procura di Ferrara, che hanno indagato sulla preparazione professionale di Rudenco e sulla formazione fornitagli dal datore di lavoro. Ora Fontana è chiamato a rispondere per una morte che, secondo la magistratura, si sarebbe potuta evitare se il camionista avesse ricevuto una formazione adeguata sui rischi legati alle operazioni di carico e scarico.

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