30 Settembre 2014
I direttori dei dipartimenti contestano l'Anaao

I medici in difesa di Cona

di Redazione | 3 min

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Era la vigilia di Natale dello scorso anno. Per le feste si ritrovano assieme, con le rispettive famiglie, due fratelli tra i quali, per questioni legate all'eredità paterna, negli ultimi tempi non corre buon sangue. Il più giovane dei due, classe 1976, abita nella casa di Pieve di Cento ereditata come proprietà indivisa

unnamed (8)Non è tutto oro ciò che dice l’Anaao. Dopo settimane di martellamento da parte di uno tra i più noti sindacati dei camici bianchi, i direttori dei dipartimenti in cui è organizzato il Sant’Anna scendono in campo per raccontare che la situazione non è così nera come la descrive il sindacato guidato di Pierluigi Api e Lucio Trevisani. Ieri mattina in conferenza stampa c’erano Massimo Gallerani (Dipartimento Medico), Antonio Cuneo (Medico specialistico), Giorgio Cavallesco (Chirurgico), Antonio Pastore (Chirurgico specialistico), Andrea Franchella (Riproduzione e accrescimento), Leo Massari (Emergenza), Luciano Feggi (Diagnostica per immagini).

“Ricordiamo il contesto – parla per tutti Gallerani –: sappiamo che ogni cento medici che se ne vanno è possibile assumerne 25. In una situazione del genere è più facile mandare messaggi negativi, che parlano di conflittualità, di non condivisione. La situazione economica è complessa e non può non essere tenuta in considerazione”. Insomma, la carenza di personale spesso denunciata dal sindacato, carenza che starebbe anche alla base del calo di posti letto e delle chiusure estive, sarebbe da inserire in un quadro nazionale.

Pure la mancanza di condivisione delle scelte è un frequente cavallo di battaglia dei sindacati, cavallo che però secondo i direttori non esiste. “Le scelte degli ultimi anni – continuava il direttore del Dipartimento Medico – non possono essere considerate come non condivise, in primis con il Collegio di direzione e quindi con i Dipartimenti. Anche le decisioni su quali e quanti letti tagliare. Sono scelte conseguenze di vincoli economici”.

Ma accentrare (e dunque, in alcuni casi, tagliare) non significa ridurre la qualità. “Se da tre cardiologie si passa a una, vuol dire che quella lavora meglio di prima. Ed è al servizio di tutta la Provincia, anche di quelle aree in cui magari una cardiologia è stata chiusa”.

Insomma, “le conflittualità sono all’ordine del giorno nel mondo del lavoro – è sempre Gallerani a parlare –, ma chi le racconta come unica realtà del Sant’Anna racconta qualcosa di non vero. Certo, ci sono tra sigle sindacali che fanno il loro lavoro e la direzione, ma la componente medica non vi partecipa”.

Nemmeno il questionario Anaao, a cui hanno risposto in 163 medici e che bocciava l’operato del dg Gabriele Rinaldi, li convince. “Sono questionari strumentali: si costruiscono griglie che fanno comodo a chi pone la domanda. In questa maniera la popolazione riceve un messaggio errato”.

E non è neppure vero che non si assuma mai: Franchella ricorda che “abbiamo assunto sette pediatri, cosa non poi così frequente, e al Delta abbiamo tutelato il punto nascite e quello di Primo soccorso pediatrico, che ancora non funziona h24 ma a cui arriveremo”. Pure il punto più delicato di tutti non assume le caratteristiche più drammatiche e delicate: i tempi necessari ad essere operati di tumore, su cui la Regione ha anche chiesto lumi all’Azienda visto che in vari casi si supererebbero i limiti.

Dipende dal modo in cui calcolare, spiega Cavallesco. “Questi allungamenti sono in parte falsati dal sistema con cui si formano le liste. Il paziente – spiega – viene messo in lista d’attesa per l’intervento quando sono ancora in corso accertamenti diagnostici, e dunque ancora non si potrebbe nemmeno procedere all’intervento. È comunque è già stato risolto”.

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