Economia e Lavoro
30 Settembre 2014
Sindacati ancora spaccati sulle vicende dello stabilimento centese. Fiom: "Era prevedibile: l'azienda ha annullato tutti gli accordi"

Lavoratori in arrivo per Vm, ma non dalla provincia estense

di Ruggero Veronese | 3 min

vm stabilimentoCento. Da ieri mattina sono all’opera circa 50 lavoratori dalla provincia di Avellino negli impianti della Vm Motori, azienda centese interamente di proprietà Fiat. Una novità che solleva lo sdegno di alcune famiglie centesi, che accusano l’azienda e i sindacati di essersi dimenticati dei giovani del territorio estense che speravano di trovare occupazione nello stabilimento Vm, soprattutto alla luce dei corsi di formazione proposti dall’azienda prima del passaggio del completo passaggio di proprietà (formalizzato lo scorso ottobre) all’azienda guidata da Sergio Marchionne.

I sindcati – ci spiegano i diretti interessati – erano già al corrente della situazione, ma affermano di non poter fare molto al riguardo. È di questo avviso il segretario provinciale della Fim – Cisl, Sandra Rizzo, che spiega che “la giustificazione del management di Vm Motori è che dovranno svolgere un picco di commesse nei prossimi due mesie quindi non hanno l’autorizzazione da parte di Fiat di operare assunzioni. Credo che innanzitutto dovremo monitorare se si tratterà davvero di soli due mesi, visto che se il periodo si estende le assunzioni dovranno essere fatte, ma bisogna anche dire che il problema dell’occupazione non va limitato solo al ostro territorio. I dipendenti Fiat di Pratola Serra sono in cassa integrazione da anni e nessun sindacato potrebbe dir loro di tornare a casa perchè a Cento devono lavorare i ragazzi del nostro territorio”.

Un discorso in cui purtroppo non vale più il discorso dei corsi di formazione fatti a suo tempo: “È vero che alcuni giovani li hanno frequentati – afferma la Rizzo -, ma c’era un accordo con Vm Motori legato al raggiungimento di certi livelli di produzione. Quando Fiat ha rilevato la proprietà non ha riconosciuto gli accordi, li ha disdetti e alla fine ha fatto quello che voleva. La Fim ha ribadito all’azienda che sarebbe il caso di assumere, ma la proprietà ha fatto le sue scelte”.

Chi non sembra mandar giù questa spiegazione è il segretario provinciale della Fiom Cgil, Samuele Lodi, che usa toni tutt’altro che amichevoli verso “altri sindacati che hanno accettato il modello Fiat. Questo esito era prevedibile dal momento in cui, in ottobre,  la proprietà ha cancellato tutti gli accordi sindacali stabiliti in Vm dal 1971 in poi”. Una scelta sottoscritta da tutti i sindacati ma non dalla Fiom, che da quel momento, spiega Lodi, è stata ‘tagliata fuori’ dai rapporti con l’azienda. “Avremmo avuto altre idee da proporre a Vm, se fosse stato possibile fare un confronto – continua il segretario Fiom -. Già dall’inizio dell’estate era stato comunicato ai lavoratori che con l’inizio dell’autunno sarebbe stati introdotti i sabati di straordinario comandato, e siccome siamo contrari e non siamo stati informati di questa decisione abbiamo proclamato lo sciopero durante questi turni, che per adesso sono stati eseguiti il 20 e il 27 settembre”.

E anche per quanto riguarda il caso dei lavoratori campani in trasferta a Cento, Lodi non abbassa i toni: “Può avere una sua logica la soluzione di prendere lavoratori in cassa integrazione da altri stabilimenti per coprire i picchi di produzione – continua il segretario Fiom -, ma il sindacato non dimentica che nell’accordo sugli investimenti del maggio 2013 c’era l’impegno ad assumere circa 180 lavoratori. Nel momento in cui Fiat ha fatto l’accordo con altri sindacati questa contrattazione è stata cancellata, quindi oggi siamo nelle condizioni in cui tanti lavoratori che aspiravano a entrare in Vm restano tagliati fuori. E bisogna far notare che anche le istituzioni pubbliche che rientravano in quegli accordi, come il Comune e l’università, non hanno preso posizione in questa vicenda”.

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