“Perchè l’azienda Usl di Ferrara spende centinaia di migliaia di euro in servizi di mediazione culturale, quando il Comune ha già uffici preposti a questa funzione?”. È il quesito che si pone il dirigente provinciale della Uil – Fpl Francesco Rendine (noto anche per la sua attività come consigliere comunale della lista Gol) di fronte ai conti presentati dall’azienda sanitaria dopo l’assegnazione dell’appalto alla Cooperativa Camelot.
Dall’inizio dell’aprile 2014 l’Ausl spende circa 74mila euro all’anno in servizi di mediazione linguistica e culturale, in seguito all’aggiudicazione di un appalto triennale da parte della cooperativa ferrarese. Risorse che secondo Rendine dovrebbero essere indirizzate diversamente, “visto che parliamo di un’azienda che non ha i soldi per pagare i posti letto, mentre il Comune già dispone di adeguati servizi di mediazione culturale. Ma invece di versare soldi per la salute del cittadino, le aziende sanitarie preferiscono affidare appalti alle cooperative”.
L’appalto aggiudicato dalla coop Camelot trova il suo fondamento in una determina dell’Usl di Bologna che ricopre l’intera “area vasta” in cui è compresa Ferrara, e che stabiliva un prezzo di base d’asta di 330mila euro (e aggiudicato per 220mila circa, quindi anche conveniente rispetto alla base di partenza) da spendere per le aziende sanitarie ferraresi per la mediazione culturale. Un prezzo ‘forfettario’ basato su una stima dei servizi che saranno effettivamente erogati: 510 “prestazioni di mediazione culturale a chiamata urgente”, 1021 “prestazioni di mediazione culturale a chiamata programmata” e 3.261 “prestazioni di mediazione culturale con postazione fissa continuativa”. Servizi che Camelot effettuerà fino all’aprlie 2017 (con la possibilità di rinnovo per altri due anni) per 183.421 euro (223.774 se si comprende l’iva) con la possibilità di ottenere un conguaglio al termine di ogni anno nel caso i servizi erogati si rivelino superiori a quanto previsto dal capitolato.
Un appalto su cui Rendine chiede risposte precise al direttore dell’Usl Paolo Saltari, anche riguardo al ruolo dell’ufficio di mediazione interaziendale che unisce i servizi di Ausl e Sant’Anna. Dal canto suo, la presidente di Coop Camelot, Anna Baldoni, afferma che “grazie a questo appalto è stato possibile contribuire ad alcune attività eccezionali, come quella che ha visto un’interprete svolgere un ruolo fondamentale in un’operazione a cervello aperto (vedi l’articolo, ndr). La mediazione culturale è un’attività complessissima che vede attivi più di 80 mediatori sull’intero territorio provinciale”.