Cronaca
19 Settembre 2014
Un libro prova a fare luce sul giallo del giocatore argentano scomparso nel 1989

La ‘storia sbagliata’ di Denis Bergamini

di Daniele Oppo | 4 min

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bergaminiA 25 anni dalla morte di Donato “Denis” Bergamini – il talentuoso centrocampista argentano del Consenza trovato morto sulla Statale Jonica il 18 novembre 1989 – il suo caso lascia aperti ancora tanti interrogativi.

A provare a rispondere a tali interrogativi è un libro fresco di stampa, “Denis Bergamini, una storia sbagliata” (Castelvecchi editore, 16 euro), scritto dal giornalista sportivo Alessandro Mastroluca, che prova a far luce sulle tante ombre di un cold case senza ancora nessuna certezza, tanto che per lungo tempo si è parlato, oltre che di suicidio, di un omicidio legato alle partite vendute o a un traffico di droga dei quali il calciatore sarebbe venuto a conoscenza, minacciando di spifferare tutto. In tutta questa storia ci sarebbe già una verità, quella giudiziaria basata in gran parte sulla testimonianza della ex fidanzata di Bergamini, Isabella Internò, che parla di suicidio. Ma è una verità che, come evidenziato nel libro, non collima con le prove fisiche e con altre testimonianze – spesso discordanti o ritrattate – tanto che, grazie al lavoro dell’avvocato Eugenio Gallerani, la procura di Castrovillari ha riaperto l’indagine, questa volta per omicidio.

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Alessandro Mastroluca

Il libro. “Fondamentalmente il mio libro è un’inchiesta su un giallo non ancora risolto, con l’obiettivo di mettere insieme tutti i pezzi per cercare di ricostruire un’ipotesi su quello che è effettivamente successo – spiega Mastroluca a Estense.com -. Quel che più mi ha colpito è stata la difficoltà di trovare un punto fermo, perché questo caso è come una grande sala degli specchi, in cui niente è come sembra e ogni elemento può sembrare un’altra cosa. Questo rende difficile mettere insieme tutto e accertamento la verità”. Difficoltà che derivano dal fatto di non riuscire a far combaciare le prove fisiche con le testimonianze e alla verità giudiziaria che finora stabilita. “Nel libro vengono analizzate tutte le posizioni di tutti i testimoni – spiega l’autore – anche quella della ragazza, presa maggiormente in considerazione dai carabinieri sul suicidio, tanto che poi non sono stati fatti i rilievi sulla macchina, restituita ai proprietari la sera stessa”. C’è poi il discorso legato alle altre prove: “Si parla delle scarpe e dei vestiti di Denis, dell’orologio ancora funzionante, cose che stonano con la ricostruzione di un Bergamini trascinato da un camion che trasportava 140 quintali di mandarini. Per non parlare dei testimoni che cambiano versione o che aggiungono elementi creando delle discrasie dalle quali è lecito porsi delle domani. Poi c’è la ferita principale nella parte destra del busto, all’altezza dell’inguine: se la dinamica fosse quella raccontata finora – osserva Mastroluca -, la ferita sarebbe dovuta essere dall’altro lato, perché il camion arriva dalla sua sinistra”.

L’intento del libro-inchiesta è quello di dare un contributo alla ricostruzione della verità partendo dalle carte processuali senza cedere alla tentazione di puntare il dito su qualcuno: “Non cerco di individuare un colpevole, quello è il ruolo della Giustizia e non sarebbe neppure stato corretto dato che c’è ancora un procedimento in corso (è atteso a breve il pronunciamento della procura sulla chiusura delle indagini preliminari, ndr). Quel che ho tentato di fare – spiega Mastoluca – è dare ai lettori diversi scenari che in qualche modo potrebbero mettere insieme più aspetti e più elementi tra testimonianze e prove fisiche: nel libro ho ipotizzato più di uno scenario sulla dinamica dei fatti perché è l’aspetto principale da cui partire per provare a capire se sia stato davvero un suicidio o un delitto e capire allora chi l’abbia commesso”.

“Il dubbio fondamentale nasce dal capire quando e come è finito sotto il camion – osserva ancora l’autore -. Se non si è buttato da solo, come i giudici del primo processo hanno stabilito, vorrebbe dire che qualcuno lo ha messo lì. I periti, sia di allora che di oggi, che hanno eseguito l’autopsia sul suo corpo dicono che è stato sormontato solo parzialmente dal camion quando era già steso a terra. Come mai? Se, ipoteticamente, non di suicidio si sia trattato, l’impressione che si può ricavare, anche dalle piccole grandi divergenze nelle testimonianze, non è tanto quella di un’azione premeditata. Sembra quasi che a un certo punto le cose siano sfuggite di mano”

L’autore. Alessandro Mastroluca, 30 anni, è un giornalista sportivo, ex vicedirettore di Ubitennis.com, il primo sito indipendente all-tennis news in Italia. Attualmente collabora per la testata online Fanpage seguendo la sezione motori. La valigia dello sport (Effepi Libri) e Il successo è un viaggio, la prima biografia italiana di Arthur Ashe (Ultra Sport) sono le sue precedenti pubblicazioni.

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