L’Università di Ferrara sempre più competitiva nella ricerca sulla fibrosi cistica. Sono due, infatti, i nuovi importanti finanziamenti arrivati ad Unife grazie ai progetti scientifici coordinati da Paolo Pinton, professore associato del Dipartimento di Morfologia, chirurgia e medicina sperimentale e da Roberto Gambari, professore ordinario del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie dell’Ateneo.
Tra gli 82 presentati, i progetti Unife sono stati gli unici finanziati nella Regione Emilia-Romagna dalla Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica, che più volte ha contribuito alla ricerca applicata del nostro Ateneo in questo settore.
“La fibrosi cistica – ci spiegano Pinton e Gambari – è una malattia genetica potenzialmente letale causata da un difetto del gene Cftr. Nella popolazione dell’Unione Europea l’incidenza stimata è di 1 affetto su 2-3.000 individui. Infezioni batteriche (ad esempio da Pseudomonas aeruginosa), infiammazione e complicazioni polmonari rappresentano le più grave manifestazione della malattia e la ragione dell’alto tasso di mortalità tra i pazienti”.
“Il nostro progetto – afferma Pinton – si incentra proprio sulla necessità di identificare nuovi bersagli farmacologici per contrastare l’infezione da batteri nei pazienti affetti da fibrosi cistica. Nello specifico studieremo se i mitocondri, organelli fondamentali contenuti in tutte le nostre cellule, che utilizzano l’ossigeno che respiriamo per la produzione dell’energia necessaria alle funzioni cellulari, sono coinvolti nella risposta infiammatoria che si instaura a livello delle vie aeree dei pazienti. Obiettivo finale del progetto è quindi progettare e testare alternative strategie farmacologiche per contrastare la risposta immunitaria innata scatenata da Pseudomonas”.
“Il nostro progetto – chiarisce Gambari – è inserito in un filone di ricerca che ha come obiettivo la valorizzazione della 4,6,4’–trimetilangelicina (Tma) per il trattamento della Fibrosi Cistica. Tma esercita tre diverse azioni su cellule del sistema respiratorio in grado di migliorare lo stato clinico del paziente: ha un effetto antiinfiammatorio, e corregge e potenzia il Cftr. Obiettivo principale del progetto è sintetizzare composti analoghi di Tma con un’efficienza maggiore e privi di effetti collaterali sfavorevoli. Le fasi del progetto comprendono il disegno e la sintesi di nuovi analoghi della Tma, l’analisi della relativa fotoreattività, l’analisi degli effetti biologici e l’individuazione dei determinanti strutturali capaci di singola azione antiinfiammatoria e modulatrice di Cftr. Speriamo di identificare nuove molecole più efficaci di Tma nella cura della patologia polmonare cronica, dotate di effetti più selettivi in assenza di fotosensibilità”.
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