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18 Settembre 2014
Antichi e rari manoscritti in mostra alla biblioteca dell'Archiginnasio

Italia: terra di tesori

di Redazione | 2 min

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BIBLIA di BORSO - 2Il tema dell’undicesima edizione di Artelibro, “Italia: terra di tesori”, si propone l’obiettivo di “riscoprire” le meraviglie artistiche e culturali del nostro Paese, con il preciso intento di valorizzare quanto di ‘bello’ abbiamo.

A questo proposito, nella cornice del Festival del Libro e della Storia dell’Arte, oggi, giovedì 18 settembre, alle 12 aprirà al pubblico una mostra di straordinari capolavori. Si tratta dell’esposizione “La scrittura splendente. Tesori manoscritti dalla biblioteche italiane”, organizzata da Artelibro e dalla biblioteca comunale dell’Archiginnasio di Bologna, in collaborazione con la biblioteca Estense di Modena e con la biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze.

La mostra si terrà presso la sala dello Stabat Mater della biblioteca dell’Archiginnasio dal 19 al 25 settembre, e presenterà al pubblico una selezione di manoscritti straordinari per antichità, rarità di testimonianza storica e preziosità assoluta nel campo della scrittura e della miniatura libraria. Un concentrato, quindi, di valore eccezionale, che offrirà al pubblico la possibilità di vedere quattro pezzi di valore, che per stato di conservazione ed eccellenza son di solito non ammessi alla diretta fruizione.

Sarà possibile ammirare la Bibbia eseguita tra il 1455 e il 1461 per Borso d’Este, Duca di Ferrara, detta appunto Bibbia di Borso d’Este, la cosiddetta ‘Biblia bèla’, “il libro più bello del mondo”, che tra i preziosi codici della biblioteca Estense di Modena brilla di luce propria e si segnala per la stupefacente bellezza delle sue “carte ridenti”, capolavoro assoluto della miniatura italiana del

Rinascimento realizzato da grandi nomi come Taddeo Crivelli e Franco dei Russi che dipinsero ogni carta del manoscritto sul recto e sul verso, guardando alle nuove regole della prospettiva dettate da Piero della Francesca e creando un’eccezionale galleria d’arte rinascimentale, la cui ricchezza non trova paragone in nessuna altra testimonianza artistica coeva – vera testimonianza della Scuola Pittorica Ferrarese poi ‘scoperta’ solo negli anni Trenta del Novecento dal grande Roberto Longhi.

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