Cronaca
17 Settembre 2014
Il pg chiede la condanna per il capo di imputazione non prescritto

Solvay, chiesti tre anni in Appello per i manager

di Marco Zavagli | 2 min

solvaySi è conclusa davanti alla Corte di Appello di Bologna la fase della discussione del processo di secondo grado contro gli ex manager Solvay. Il procuratore generale ha chiesto di non doversi procedere per il capo di imputazione relativo alle lesioni colpose, ormai prescritto, mentre ha chiesto la condanna a tre anni per ciascun imputato per omissione dolosa di protezione sul luogo di lavoro.

In sede di arringa ha parlato David Zanforlini, legale di Legambiente, parte civile per gli ex operai Cipro Mazzoni e Michele Mantoan, ribadendo la sussistenza del nesso causale tra malattia insorta nei due assistiti ed esposizione al cvm.
Claude Lautrel, Auguste Arthur Gosselin, Cyryll Van Lierde, Pierre Vigneron, Gerard Michael Davis e Arthur William Barnes, oggi tutti ultraottantenni, vennero assolti in primo grado dal tribunale di Ferrara il 30 aprile 2012 con formula piena: il fatto non sussiste.
Gli ex dirigenti Solvay (ex Solvic) e Ici (Imperial Chemical Industries) erano accusati in quanto componenti del cda della multinazionale belga della chimica dal 1969 al 1974, e quindi direttamente responsabili della prevenzione e della sicurezza sui luoghi di lavoro, di lesioni colpose e omissione delle misure di sicurezza.

Quanto a Cipro Mazzoni e Michele Mantoan, erano addetti alla pulizia delle autoclavi allo stabilimento Solvic di Ferrara, dove si eseguiva la polimerizzazione del cvm per la produzione di pvc, uno dei polimeri più diffusi per lo sviluppo dei materiali plastici. Tra il 2003 e il 2005 venne diagnosticato ad entrambi un epatocarcinoma, un tumore maligno del fegato: una malattia che, secondo gli studi della Iarc di Lione (l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, uno degli organi più autorevoli nel campo), fa parte insieme all’angiosarcoma delle patologie ad elevato rischio per l’esposizione al cvm.

Anche in Appello la difesa ha ‘deligittimato’ le conclusioni dello Iarc, trattandosi – ad avviso dei legali – di studi epidemiologici, e di conseguenza carenti del carattere scientifico indispensabile al cospetto di un tribunale. Sempre la difesa ha argomentato sulla mancanza di correlazione tra esposizione al cvm e patologia sofferta. Nonostante negli anni (Solvay rimase attiva a Ferrara fino al 1998) tra gli operai della società si siano registrati circa 60 morti per tumore, nessuna di queste è stata ricondotta alla produzione che avveniva entro le mura di via Marconi.

L’ultima udienza è fissata al 25 settembre. Prima le repliche, eventuali. Poi al sentenza.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com