Un percorso di oltre 15mila chilometri per passare attraverso l’Euopa dell’Est, Ucraina, Kazakistan, Pakistan, Nepal, India e fino al cuore della Cina, a Pechino. Il tutto solo con una Land Rover, una telecamera e un computer portatile per cercare di collegarsi – quando possibile – a Internet e dare notizie sull’andamento del viaggio. Mirco Gadda, protagonista della spedizione Ferrara-Pechino, è arrivato al ‘giro di boa’ nella capitale cinese e sta facendo rotta verso l’Italia. L’avventura è a metà, ma la speranza è che le peripezie peggiori, quelle vissute in Medio Oriente o al confine tra Ucraina e Russia, siano ormai alle spalle.
Mentre scriviamo, Gadda si trova al confine con la Mongolia, dove mira a ottenere un visto per la Russia per poi guidare lungo i boschi e le sconfinate steppe che portano fino a Novosibirsk, per poi risalire a nordovest verso Ekaterinburg e poi a Mosca. L’uscita dal territorio russo – se tutto andrà secondo il programma – sarà però attraverso i paesi baltici e quindi lontana dal teatro degli scontri in cui il video operatore e la sua compagna Francesca Venturi si sono trovati coinvolti il 20 luglio scorso, quando la spedizione fu bloccata da un drone al confine con l’Ucraina. Gadda fu interrogato per ore, dopo essere stato sorpreso a effettuare riprese ‘sospette’ appena tre giorni dopo l’abbattimento dell’aereo della Malaysia Airlines. Una tragedia che, com’è ormai tristemente noto, ha intensificato la tensione nei territori dell’ex Urss aprendo a preoccupanti scenari di politica internazionale.
Per Gadda da allora sembra già passata una vita: dopo essere stato rilasciato ha attraversato i territori russi a nord del Mar Nero per poi virare a sud verso Kazakistan e Pakistan. Anche in questo paese, sede dell’islamismo più radicale, il videoreporter ferrarese e la compagna hanno vissuto momenti difficili: “Dopo km le cose lentamente cambiano – scrivevano nel blog di viaggio -. I toni più aggressivi, i visi più cupi e persino i bambini, che di solito sono attratti dalla macchina piena di adesivi, al nostro passaggio regolarmente ci puntano pistole giocattolo contro. Il Pakistan di pianura fa paura”.
Momenti di tensione a cui poi sono seguiti attimi di meraviglia tra le strade dell’India e le vette dell’Hilmalaya, che hanno portato Gadda ad avventurarsi nel cuore della Cina e fino alla capitale Pechino. Nel frattempo Francesca Venturi è dovuta tornare in Italia, mentre Gadda è sulla via della Mongolia mentre attende il visto di ingresso che, dopo aver percorso migliaia di chilometri nel territorio russo, lo riporterà tra i ben più familiari territori europei e fino a Ferrara. E l’avventura continua.
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