Comacchio. La Consulta Popolare San Camillo non si aspettava di vedere, alle 6.30 del mattino del 15 settembre, una squadra di operai indaffarati, con scale e utensili vari, a rimuovere i pannelli indicanti il Punto di primo intervento nelle insegne non luminose presso l’ospedale di Comacchio. Un intervento stigmatizzato dal leader della Consulta Manrico Mezzogori – da sempre contraria alla trasformazione del San Camillo in casa della salute – che ha criticato duramente l’azione e ha voluto “richiamare all’ordine” il prefetto di Ferrara.
L’appello a quest’ultimo da parte di Mezzogori deriva dall’aver constatato con i propri occhi che, assieme alla squadra di operai accompagnati dalla responsabile del 118, Adelina Ricciardelli (“neo candidata Pd alle prossime regionali, così abbiamo letto sulla stampa locale”, precisa Mezzogori), vi erano due agenti della Digos e, poco dopo, una pattuglia dei carabinieri.
“Abbiamo letto in questi giorni delle legittime proteste delle forze dell’ordine in materia salariale e non solo – dichiara Mezzogori – e il Prefetto di Ferrara in controcorrente […] si è fatto trovare puntuale nello spreco del denaro pubblico. Siamo cittadini non strumenti del Signor sì. Sottolineamo che il Prefetto di Ferrara non ha dimostrato altrettanto zelo nel mobilitare le forze dell’ordine quando si è trattato di imporre a Saltari il rispetto delle leggi dello Stato. Vien da chiederci perchè il Prefetto di Ferrara non ha inviato le forze dell’ordine a imporre il rispetto delle leggi dello Stato al signor Saltari-Pd reo di aver aperto un Servizio di emergenza-urgenza senza le necessarie insegne indicatrici (due mesi dopo!). Chiediamo al Prefetto di Ferrara: quanto è costato inviare due agenti della Digos e un auto dei carabinieri con tre militari a controllare cittadini inermi ? Di questo sfido la Prefettura a renderne conto”.