Politica
16 Settembre 2014
Il sindaco si espone sulle vicende interne al Pd e blocca le ambizioni dell'assessore ai lavori pubblici

Tagliani ‘benedice’ Marattin e ferma Modonesi

di Redazione | 3 min

Tagliani

Marattin a Palazzo Chigi, l’autocandidatura stoppata di Modonesi in consiglio regionale, il proprio ruolo come futuro presidente della Provincia. Il sindaco Tiziano Tagliani interviene sui temi caldi che nell’ultima settimana hanno coinvolto la giunta comunale (leggi l’intervento integrale nello spazio lettere). E lo fa cogliendo i due aspetti più istituzionali che lo riguardano (l’assessore in meno in squadra e il prossimo avvicendamento alla Zappaterra), per mettere la sua parola, negativa, sulla richiesta di Modonesi di entrare nella lista per il consiglio regionale.

Se la promozione di Marattin a Palazzo Chigi è vista come “una opportunità,  segno evidente che quel gran lavoro che abbiamo fatto nella scorsa legislatura oggi viene valorizzato ai massimi livelli per il bene del paese”, l’ambizione tardiva di Modonesi viene vista con cautela. “Pur riconoscendo che Aldo Modonesi ha posto un tema politico serio e reale – spiega il sindaco -, come quello di non ignorare quel vasto senso di incertezza  che la vicenda delle  candidature alla presidenza della Regione ha lasciato fra gli iscritti ed i cittadini, dico con altrettanta chiarezza che ho necessità di tenere unita una squadra, di mantenere quella serenità e determinazione vincente che la consultazione elettorale di quattro mesi fa  ha certificato per cui preferirei che Aldo continuasse ad assicurare alla giunta il suo contributo”.

Tagliani passa la palla al partito (domani ci sarà la direzione) che “farà le sue valutazioni:  chi dovesse aver  fretta di chiudere il dibattito ne motiverà eventualmente  le esigenze, ma non dimentichiamo che lo spirito delle primarie è quello di misurarci con le aspettative dei cittadini ed in questo momento sono le amministrazioni il miglior termometro della salute del partito democratico e non viceversa”.

È lecito prevedere che queste parole, sollecitate da giorni – già dallo scorso martedì quando Modonesi sparigliò le carte facendosi avanti- da una grossa fetta del partito, avranno ripercussioni di qui a poche ore. Con l’uscita allo scoperto di Tagliani si riducono al lumicino le speranze dell’assessore ai lavori pubblici per un posto in via Aldo Moro. E non solo come consigliere. Per la futura giunta del governatore dell’Emilia-Romagna il recente evolversi degli eventi segna il sorpasso di Maisto per una carica nell’esecutivo regionale. Ancora nulla è scritto, e prima di tutto servirà una rosa di nomi da sottoporre a chi di dovere, ma la pole position dell’attuale assessore alla cultura è fuori discussione.

E questo nonostante la fronda pro-Modonesi fosse già pronta lancia in resta. Lo dimostra l’accanita discussione di giovedì scorso nel circolo Gad, con i sostenitori dell’assessore che puntavano il dito contro la segreteria, ‘rea’ di aver fatto rispettare le regole del gioco. D’altronde con il suo intervento, Tagliani ha anche risparmiato una sicura bocciatura da parte della direzione, salvando così la faccia a Modonesi.

Modonesi potrà rifarsi tra quattro anni. Questa volta per la successione a Tagliani. Ma è probabile che anche in quell’occasione si trovi di fronte l’amico rivale Maisto. Intanto per un’altra successione, questa volta in giunta al posto di Marattin (e forse, appunto, Maisto), si fanno i nomi di Calò e Badia, fresco amministratore unico della Holding Ferrara che convive però con il ‘tutoraggio’ di Paramucchi.

Molti giochi verranno chiariti domani. Molto dipenderà da quello che dirà l’assessore autocandidato. Le polveri sono pronte. E dalla provincia sono tutte puntate verso la città.

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