Vigarano
15 Settembre 2014
Una serata per celebrare il 3 volte Premio Oscar, in attesa dell’arrivo delle sue ceneri

Vigarano riabbraccia il suo Carlo Rambaldi

di Redazione | 3 min

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di Federica Pezzoli

Vigarano Mainarda. È iniziata con un lungo applauso alla memoria di Carlo Rambaldi la serata che il comune di Vigarano e la Fondazione Carlo Rambaldi hanno voluto dedicare al maestro viganese degli effetti speciali, in attesa dell’arrivo delle sue ceneri, che oggi (lunedì) saranno tumulate nella tomba di famiglia nel cimitero comunale.

A fare gli onori di casa il sindaco di Vigarano Barbara Paron: “Proprio qui nel 2010 abbiamo avuto l’onore di insignire Carlo Rambaldi della cittadinanza onoraria e in quell’occasione abbiamo capito che il suo desiderio era davvero quello di tornare”. Grazie alla collaborazione con la Fondazione Carlo Rambaldi e al museo che stanno cercando di realizzare insieme, il Comune vuole portare avanti e onorare la memoria di questo suo illustre concittadino. “Carlo Rambaldi credeva in quel che faceva e non conosceva l’espressione “non si può fare”, quindi anche noi ci crediamo e andiamo avanti”, ha concluso il sindaco. Poi la parola è passata alla presidente della Provincia Marcella Zappaterra, che ha ringraziato il maestro Pupi Avati per la sua presenza e il comune per la serata e per l’impegno nel progetto culturale del museo grazie al quale si potrà “recuperare un patrimonio storico-artistico unico che andrà ad arricchire tutto il territorio”.

Dopo i saluti istituzionali, la memoria è diventata la protagonista. Prima di tutto con l’intervento di Anna Quarzi che, nella duplice veste di Presidente dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara e membro della Fondazione Carlo Rambaldi, ha ricordato il Rambaldi “Caramba”, come si firmava nelle sue tele dell’immediato dopoguerra, raffiguranti i lavoratori e la vita del Delta. Poi con la narrazione di Paolo Sturla Avogadri sul Delta padano degli anni ’50 e su Ferrara “punto fermo della cinematografia dell’epoca, soprattutto della documentaristica”. E proprio per un documentario sulla pesca degli storioni nel Po girato dal padre di Paolo, Carlo Rambaldi ha ideato il suo primo effetto speciale: storioni finti per sostituire quelli che in quel periodo non si trovavano nel Grande Fiume.

Un video con le testimonianze di tre compagni di scuola e d’infanzia girato dal figlio Victor e il racconto della Vigarano degli anni ’50 del nipote Riccardo hanno portato i presenti nel mondo in cui Carlo Rambaldi è cresciuto. Le storie di Franco Malaguti, Ugo Piganti e William Bianchi hanno svelato il Rambaldi bambino che usava la sua creatività per ideare sempre nuovi scherzi e giochi, mentre le foto che hanno fatto da sfondo agli aneddoti di Riccardo, hanno permesso ai più giovani fra il pubblico di recuperare la memoria storica del proprio paese.

Infine il video antologico di Victor “Il mondo di Carlo Rambaldi” ha ripercorso la sua carriera, dai primi effetti speciali nel suo laboratorio di Roma a King Kong, il primo lavoro a Holliwood, nel 1976, ad Alien del 1979, fino alla sua creatura più famosa: ET, che nel 1982 gli è valso il terzo premio Oscar.

A concludere la serata sono stati il ricordo della nipote Cristina Lippolis Rambaldi, arrivata direttamente da New York per parlare del nonno, e la consegna del premio Carlo Rambaldi “Effetto cinema” alla carriera all’amico Pupi Avati. “Ho conosciuto Rambaldi nel laboratorio di Roma e gli ho chiesto il fico più grande che si fosse mai visto” da realizzare “in tutte le stagioni, con la neve, la pioggia e la nebbia”. L’enorme fico doveva essere “il coprotagonista”, come lo ha definito Avati, del film La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone, soggetto scritto pensando a Paolo Villaggio, ma che per caso o per il volere del destino, fu recitato da Tognazzi, dopo un torneo di tennis e una cena con pietanze “interamente al fico fiorone”.

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