Cronaca
15 Settembre 2014
Una giornata di visite guidate per verificare lo stato dei lavori del museo

Porte aperte al Meis, uno sguardo al futuro

di Redazione | 4 min

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“Abbiamo voluto aprire il Meis prima dell’inizio dei lavori affinché, una volta conclusi, ciascuno possa verificare e valutare il prima e il dopo”. Questo l’obiettivo primario delle visite guidate al museo nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara, che per tutta la giornata di ieri si sono svolte nello spazio che occuperà la zona C e la zona D del futuro cantiere.

Il museo, infatti, si svilupperà in quattro blocchi: A, B, C e D. Il blocco A, già concluso, è quello già visitabile da via Piangipane. Il blocco B insiste invece nella parte che una volta erano le carceri femminili, mentre il blocco C si erge nella struttura che fino a vent’anni fa ospitava i carcerati maschi. Inaugurate nel 1912, infatti, le carceri hanno svolto il loro ruolo di prigione fino alla chiusura avvenuta nel 1992. Da allora, lo spazio non è più stato riqualificato fino all’idea di rivalutare la zona con il futuro museo nazionale ebraico, che insieme a quello di Roma costituirà la sede in cui ritrovare la storia della Shoah e del popolo ebraico in Italia.

Il percorso di visita inizia dall’entrata di via Rampari di San Paolo, che a lavori conclusi diverrà l’ingresso principale del museo stesso. “Sarà un museo che, attraverso la sua struttura, vuole volontariamente negare il passato di questi edifici”, ha spiegato Andrea Sardo, collaboratore dell’architetto Carla Di Francesco della direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Emilia Romagna. Per volontà di chi l’ha disegnato e progettato, sarà infatti un luogo aperto alla comunità e creerà un passaggio tra l’esterno e l’interno della città, ponendosi in antitesi rispetto alle passate funzioni di luogo chiuso e murato.

“Il Meis – sottolinea Sardo – nasce come idea nel 2003 e viene istituito nel 2006, con la creazione della fondazione Meis, che valuta la posizione all’interno delle ex carceri come la migliore tra quelle proposte, poiché più vicina al centro. Questa soluzione non fu semplice, visto il carico di suggestioni anche negative che il luogo aveva”. L’ex carcere è infatti legato anche alle vicende di violenza contro antifascisti ed ebrei ferraresi, tra cui lo scrittore Giorgio Bassani. “Per questo fin da subito – continua Sardo – non voleva essere un posto chiuso, ma un luogo di cultura aperto alla cittadinanza e ai visitatori, o più semplicemente anche un passaggio per andare verso il centro della città ferrarese”.

Nel 2008 si avvia il concorso per la progettazione del Meis, con 60 candidati. “Vinse il progetto che maggiormente ha reso lo spazio fruibile a diversi livelli. Quando finiranno tutti i blocchi, infatti, sarà possibile attraversare il museo da più parti, con diversi passaggi paralleli e perpendicolari tra loro. L’entrata sarà da via Rampari di San Paolo e vi saranno anche delle zone di giardino e dei giochi d’acqua”.

I lavori di demolizione del corpo B “inizieranno entro un mese da oggi, una volta chiusa la fase contrattuale. Questo corpo ospiterà l’auditorium e le mostre permanenti, mentre per quanto riguarda il corpo C, qui ci sarà il centro di documentazione, la zona di laboratori per i bambini e le mostre temporanee”. I lavori del blocco C verranno avviati appena finita la demolizione del blocco B.

In via transitoria, dopo la demolizione e aspettando i finanziamenti per costruire, la parte B diverrà un piazzale “temporaneo ma dignitoso”, in cui si potranno fare incontri e mostre all’aperto mentre si procede coi lavori del corpo C, che si concluderanno nel 2016. “Mancheranno solo le due parti in vetro: il blocco B (mostre permanenti) e il blocco D (ristorante e infoshop). Visivamente, questi due blocchi simboleggiano i cinque libri della Torah”.

Dal punto di vista economico, se per i lavori di demolizione del blocco B sono già disponibili i 500.000 euro e per il blocco C si sono raggiunti gli 8 milioni di euro necessari, per quanto riguarda il blocco B, “attualmente mancano ancora i finanziamenti per procedere alla successiva fase di ricostruzione, mentre il blocco D è in fase di richiesta di finanziamenti”.

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