Economia e Lavoro
2 Settembre 2014
La nostra provincia sale all'undicesimo posto secondno i dati dell'osservatorio Vega Engineering

Ferrara scala la classifica delle morti bianche

di Redazione | 3 min

00009788-originalAncora più su. Ferrara continua a scalare la triste classifica dell’incidenza delle morti bianche in relazione ai lavoratori occupati in provincia: se nel 2013 era riuscita a raggiungere il 20° posto – venendo dal 92° del 2011 e dal 15° del 2012 –  nei primi sei mesi del 2014 fa ancora peggio arrivando undicesima.

A rivelarlo è l’osservatorio sulle morti bianche Vega Engineering nel nuovo report basato sui dati Inail. Il totale dei morti sul lavoro in provincia finora è di 5 deceduti su un totale di 139.903 lavoratori occupati, con un’incidenza di 35,7 decessi ogni milione di occupati che vale, appunto, l’11° posto in Italia e il primo posto in Emilia. Per trovare la prima provincia emiliana non bisogna scendere molto, Forlì-Cesena si trova infatti al 14° posto con un incidenza di 34,5 (6 morti su 174.050 occupati). A seguire Bologna (28esima) con un’incidenza di 24,9 (11 morti su 442.432 occupati), poi Modena al 36° posto (7 deceduti su 314.369, incidenza di 22,3), Reggio Emilia al 38° (5 morti su 237.131 occupati, incidenza di 21,1). Molto più in basso Ravenna (63esima, 2 morti su 170.286 occupati, incidenza di 11,7) e, infine, Piacenza e Rimini che – al 30 giugno di quest’anno – non hanno fatto registrare alcuna morte bianca.

In Italia sono state 77 le vittime registrate da Nord a Sud nel mese di giugno con inquietanti incrementi della mortalità, soprattutto in alcune regioni del Paese. A cominciare dalla Lombardia dove gli infortuni mortali sono passati dai 27 di fine maggio ai 43 di fine giugno. Così come in Emilia Romagna passata da 28 a 39. Intanto, sono 331 nel primo semestre i decessi registrati nella nostra Penisola. E nella classifica delle tragedie sul lavoro emergono i dati della Puglia (29 vittime), della Sicilia e del Piemonte (28), insieme a quelli del Veneto e del Lazio (24).

Rimane significativo, anche se in misura minore rispetto ai dati di maggio, il decremento della mortalità sul primo semestre 2013 e pari al 4,6 per cento (era del 9 per cento nella rilevazione di maggio 2014 su maggio 2013). Mentre il risultato peggiore sull’incidenza della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa secondo l’Osservatorio mestrino viene registrato in Basilicata (33,3 contro una media nazionale di 14,7) ed è seguita dalla Puglia (25,1), dalla Sicilia (21,2), dal Trentino Alto Adige (20,9) e dall’Emilia Romagna (20,1). Sopra alla media nazionale sono anche le incidenze di Molise, Marche, Umbria, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Piemonte.

L’11,8 per cento degli incidenti si è verificato nel settore delle costruzioni, l’11,5 per cento nelle attività manifatturiere il 7,6 nel commercio ingrosso e dettaglio, il 7,3 per cento nel settore dei trasporti e magazzinaggi. Secondo quanto rilevato – questa volta dall’Osservatorio indipendente di Bologna – il 42% delle morti bianche avviene in agricoltura, nella maggioranza dei casi per via della poca sicurezza dei mezzi agricoli.

Guardando alle classifiche provinciali è Roma a riportare il dato peggiore di tutto il Paese con 13 morti bianche, seguita da Milano e Torino (12), da Bologna (11), da Bari (10) e da Cuneo (9). Mentre l’incidenza più alta della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa a livello provinciale viene registrata ad Enna (93,9), seguita da Benevento (81,3), da Fermo (55,7), da Ogliastra (54,8).

Le donne che hanno perso la vita sul lavoro nei primi 6 mesi del 2014 sono state 18 (5,4 per cento del totale). Gli stranieri deceduti sul lavoro sono 48 pari al 14,5 per cento del totale. Quarantenni e cinquantenni i lavoratori più coinvolti dal dramma.

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