Dopo l’esordio letterario con il suo personalissimo ‘romanzo di Ferrara’, Gaetano Sateriale torna in libreria con un nuovo libro, “Tutti i colori dello zucchero”. Il volume, edito da Bompiani, che sarà sugli scaffali il 3 settembre, racconta il binomio zucchero-occupazione che ha legato tanti nostri concittadini.
Come in “Mente locale. La battaglia di un sindaco per i suoi cittadini contro lobby e partiti”, Sateriale inquadra la sua storia nella sua città. Questa volta però ad agire all’interno delle 320 pagine dell’opera non è più l’ex sindaco di Ferrara. Al suo posto troviamo Enrico, uno studente della sinistra extraparlamentare. La storia si colloca a metà degli anni ’70, l’autunno caldo è ormai finito. Enrico, che vive con Donata, cerca un impiego estivo per mantenersi agli studi, ma lavoro e affetti hanno tempi diversi. Viene assunto – come è capitato nella nostra provincia a centinaia di ragazzi nelle ultime generazioni – in un grande zuccherificio proprio quando Donata chiude la loro storia e va ad abitare con altre femministe. Tra nostalgia delle lotte e rifiuto dell’estremismo, Enrico scopre gli operai in carne e ossa e le tante facce del lavoro: le competenze, la fatica, i pericoli.
L’anno prima in quella fabbrica è morto uno di loro, dilaniato dagli ingranaggi di una grande pompa.
Enrico vuole capirne di più e inizia una difficile battaglia alla ricerca della verità contro le resistenze dei dirigenti, il silenzio dei sindacati e il fatalismo degli altri operai. Sono gli ultimi anni dell’innocenza, prima dell’avvento del terrorismo. Così come trent’anni più tardi, proprio nel momento in cui l’autore è sindaco, la nostra provincia vedrà scomparire i suoi ultimi tre zuccherifici rimasti, quello di Pontelagoscuro, quello di Bondeno (ancora in attesa di conversione) e quello di Ostellato.
“Nel 2005, un cattivo accordo europeo – spiega Sateriale nell’introduzione -, sottoscritto dal nostro ministro dell’agricoltura, ha portato alla chiusura e allo smantellamento di quasi tutti gli zuccherifici italiani. Oggi in Italia si consuma zucchero importato da Francia e Regno Unito. Insieme agli zuccherifici sono sparite anche le tracce di un’attività che, per molti decenni e migliaia di giovani, ha rappresentato il primo incontro con la fabbrica e il mondo del lavoro: orari e turni, competenze e mansioni, fatica, impegno, macchinari; rischi, speranze e delusioni. Nel ricostruire atmosfere, ruoli, linguaggi del lavoro operaio, questo racconto vuole testimoniare il senso di una stagione irrimediabilmente passata e restituire un po’ di dignità ai suoi protagonisti. I fatti narrati sono veri, i nomi delle persone no. A volte, invece, e il contrario”.