30 Agosto 2014
Il sociologo Marcello Darbo ha realizzato le nuove missive dell'azienda Ausl per promuovere lo screening al collo dell'utero

Ausl, un nuovo stile per la prevenzione

di Redazione | 3 min

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Immagine“La invitiamo a svolgere un esame delle feci per la diagnosi precoce del tumore del colon-retto”, recitava la vecchia missiva. “Con questa lettera la invitiamo a partecipare allo screening della parte d’intestino denominata colon-retto, allo scopo di verificare il suo stato di salute”. Tutta un’altra cosa no, visti i temi di cui stiamo parlando? È per questo che l’Azienda Usl ha deciso di cambiare la propria strategia comunicativa, affidando al sociologo Marcello Darbo la messa a punto di nuovi manifesti e nuove lettere, che già da giugno hanno cominciato a essere spedite alle persone della nostra provincia d’età compresa fra i 50 e i 69 anni (circa 100mila).

Chi è in quella fascia ne riceva una ogni due anni: se al momento la risposta è del 50% circa (“ma in passato era anche inferiore” ricordava stamani il responsabile screening oncologici dell’Azienda Usl Aldo De Togni), l’obiettivo potrebbe essere arrivare al 65% che vanta il Modenese. Lo screening, come aggiungeva il direttore sanitario dell’Azienda Usl Mauro Marabini, “è basato su un primo livello, che consiste nella raccolta di un campione di feci alla ricerca di sangue occulto, e su un eventuale secondo, un intervento di endoscopia”.

“Quello al colon-retto è uno dei pochi tumori che con una buona e semplice prevenzione si può prevenire e guarire – ricordava Giorgio Zoli, specialista in Malattie dell’Apparato digerente presso la stessa Ausl –. Ogni anno nella nostra provincia ci sono 450 nuovi casi, e negli ultimi sette anni siamo riusciti a diagnosticare polipi, ossia lesioni iniziali benigne, in 560 casi, mentre in 1.520 abbiamo diagnosticato polipi che si stavano trasformando in tumori e in 360 tumori veri e propri. Per questo voglio rivolgere un appello anche ai medici di medicina generale: se un soggetto di qualunque età vede sangue nelle feci deve fare la colonscopia, e la presenza di emorroidi non c’entra”.

“Diagnosi precoce vuol dire guarire le persone – ha insistito il collega del Sant’Anna Vincenzo Matarese –, perché guarire si può, avere un’aspettativa e una qualità della vita uguale a quella delle persone senza diagnosi si può. I cittadini ferraresi sono ancora spaventati da un esame come la colonscopia, ci sono ancora atteggiamenti di rifiuto, ma oggi avviene in regime di sedazione, il che permette di evitare dolori e fastidi. E l’endoscopia di Cona da questo punto di vista è all’avanguardia”.

E se non si vuole partecipare allo screening per interesse personale, lo si faccia almeno per quello dei propri figli, visto che esiste una famigliarità per questo tipo di tumori (non a caso il logo della nuova campagna è l’immagine di una famiglia, lo slogan ‘Continuate a volervi bene’). Come saprà chi riceverà la lettera, per partecipare sarà sufficiente chiedere un kit in una qualsiasi farmacia della provincia: lì troverà le istruzioni, dopodiché dovrà consegnarlo in uno dei centri. I centri non mancano, in tutto sono 25 da Cento a Goro, da Pilastri a Comacchio. Quelle che mancano sono le scuse per non partecipare.

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