L’Unione sindacale di base invoca subito lo sciopero contro il decreto scuola annunciato dal Governo Renzi. Il sindacato protesterà contro le misure dichiarate dal presidente del Consiglio per la riforma scolastica: “Daremo il segnale che non siamo disposti a tollerare oltre questa situazione”, annuncia l’Usb che chiama docenti e personale Ata a uno sciopero breve, di un’ora, durante il primo collegio docenti e indice un’assemblea cittadina presso la propria sede in via delle Scienze per le 17 dell’8 settembre.
Le aspettative dell’Usb erano ben altre: “Rinnovo del contratto, 250 mila nuove assunzioni, stabilizzazione di tutti i precari della scuola e delle ditte delle pulizie, più scuola e lezioni per gli studenti: questa sarebbe la sorpresa”, afferma il sindacato
Uno sciopero che appare – anche per la sua durata – di ammonimento e basato in buona parte sulle recenti parole della ministra Stefania Giannini: “Renzi ha dichiarato che con il Decreto sulla scuola del prossimo 29 agosto riuscirà a sorprenderci – affermano dall’Usb -. Possiamo però immaginare che nelle intenzioni del governo ci siano vaghi piani pluriennali di assunzioni per rendere più mansueta la Corte di Giustizia Europea, pronta a sanzionare l’Italia per la reiterazione illegale di contratti precari; aumenti stipendiali solo a qualcuno, a fronte della probabile proroga del blocco dei contratti e degli scatti fino al 2017 (denunciata da Usb da mesi); l’avvio della valutazione delle scuole tramite l’invalsi che, col blocco dei contratti in corso, fa sì che eventuali aumenti andranno solo alla “corte” di docenti e Ata al servizio dei dirigenti che si presterà a lavorare gratuitamente (magari fino a 36 ore, come anticipato in luglio) e supinamente, oppure in base alla divisione dei docenti in 3 fasce; forte ingerenza dei privati nella vita della scuola con l’intervento diretto delle imprese in tema di “orientamento” e favori fiscali; una misura penalizzante per il ‘quota 96’ per riparare alla pessima figura della mancata approvazione di poche settimane fa per mancanza di fondi stanziati”.
Il sindacato lamenta che, nel mentre che si discute una simile riforma, “il portafoglio è sempre più leggero, non abbiamo neanche i collaboratori per garantire l’apertura delle scuole, le classi sono strapiene e con la trovata dei Bes ci toglieranno anche gran parte del sostegno. Renzi – prosegue il sindacato – parla di un piano da 1 miliardo da prendere dalla spending review, ovvero ancora tagli ai servizi e agli stipendi dei dipendenti pubblici. Insomma, nessuna di queste misure ci stupirebbe, ma provocherebbero una forte reazione. Il governo spera di strappare falsi consensi, rifiutando qualsiasi confronto e affidandosi alle ‘consultazioni’ on line. Lo ha già fatto con la riforma della Pubblica Amministrazione”.