Cento. Un appello a Franceschini, Sgarbi, al sindaco Piero Lodi e all’assessore alla cultura Tassinari per approntare un piano di recupero della casa in cui visse il Guercino, sita in via Cremonini e al momento abbandonata, così che possa diventare sede di un’esposizione permanente delle sue opere vista l’impossibilità di utilizzare la pinacoteca a causa del terremoto.
È questo quello che il circolo della stampa di Cento ha proposto stamattina durante una conferenza indetta nella loro sede – “senza invitare nessun altro proprio per evitare di fare sgarbi a qualcuno, visto che vorremmo intavolare una discussione con tutti i soggetti coinvolti” – per bocca del suo presidente Giuliano Monari.
“Cento vive un momento di crisi importante e non da ultimo il terremoto ha distrutto la pinacoteca dove erano disposti i quadri del Guercino, che non sono più quindi quella fonte di turismo che generava fino a due anni fa”, è il preludio di Monari, che prosegue: “Abbiamo pensato che siccome a Cento c’è la casa dove ha vissuto il Guercino vogliamo creare una cordata per cercare di capire lo stato attuale dell’abitazione, rivitalizzarla e farla diventare un nuovo punto di partenza per la cultura di Cento”.
“Come usa fare adesso – continua Monari – voglio nominare il ministro della cultura Franceschini, Vittorio Sgarbi, Lodi e Tassinari in modo da cercare di trovare qualche mecenate che dia una mano alla città per far rinascere questa casa. Noi siamo in grado, nel caso il progetto dovesse andare in porto, di riempire quella casa e farla diventare un museo. Abbiamo già molto materiale per poter creare un primo contenitore attorno al quale far ruotare nuovamente l’economia culturale derivante dal nome del Guercino a Cento”.
“È facile immaginare che se questa casa dovesse ritornare agli antichi splendori e quindi rientrare a far parte degli itinerari culturali italiani, europei e mondiali è facile immaginare che tutto l’indotto ne avrebbe un grande vantaggio”, è la sintesi di Monari che ricorda in ultimo come quando c’era ancora la pinacoteca “Gozi mi diceva che a Cento arrivavano 30 o 40 pullman per visitarla, e che ora purtroppo non ci sono più”.
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