Comacchio
27 Agosto 2014
Il consigliere comacchiese Cavallari parla di "condizioni vicine allo schiavismo" e chiede maggiori controlli

“Turismo e lavoro nero: la crisi non è un alibi”

di Redazione | 3 min

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spiaggia 1Comacchio. Sono più dannose per il comparto turistico le “orde di vu cumprà” contro cui si è scagliato il ministro dell’interno Angelino Alfano lanciando l’operazione “Spiagge Sicure”, o le condizioni di lavoro di chi si trova a gestire locali, stabilimenti balneari e strutture ricettive? Il consigliere comunale Fabio Cavallari, capogruppo di Centro-sinistra per Comacchio, non ha dubbi: se non migliorano le condizioni dei lavoratori, “che sempre più si avvicinano allo schiavismo”, sarà difficile dare una svolta a un’economia in crisi. Ed è per questo che il consigliere comunale chiede controlli più rigidi da parte degli ispettori e suggerisce alcune iniziative, come la creazione di un ‘tavolo territoriale per il lavoro’, per garantire i diritti dei dipendenti.

“Non attribuiamo – è la premessa di Cavallari – tutta la colpa di questo trend negativo ai “vu cumprà” sulle nostre spiagge, così come ad un meteo inclemente o ad altro che niente ha a che fare con problemi di tipo strutturale ben più ampi. Uno dei problemi che colpisce la nostra costa e le nostre attività è quello del ‘lavoro nero’. Invito quindi le istituzioni a dare atto che il ‘lavoro nero’ o il lavoro ‘gravemente sfruttato’ è un elemento strutturale del nostro turismo ed è presente in molte delle nostre aziende, purtroppo non solo nel comparto turistico. Non è possibile, nel nostro territorio, far finta che questo problema non esista o che debba essere giustificato dalle difficoltà del comparto”.

Il consigliere comunale elenca alcuni esempi di disagio e sfruttamento dei lavoratori, come “la crescente abitudine al lavoro ‘su chiamata’, ancora più utilizzata nell’ultima stagione balneare viste le condizioni meteorologiche. I lavoratori si trovano ad essere chiamati dal datore di lavoro anche pochi minuti prima di entrare in servizio, esser pagati anche fino a 5 € l’ora per lavori pesanti che arrivano anche a 10/ 12 ore giornaliere, in condizioni che sempre di più si avvicinano allo schiavismo e con l’insicurezza di ricevere poi il compenso pattuito che solitamente arriva a fine stagione; se arriva. Queste nuove tipologie lavorative portano poi i lavoratori a non avere più diritto agli ammortizzatori sociali come ad esempio il ‘mini Asp’, cosa che aumenta le difficoltà per le nostre famiglie vista l’ancora più accentuata mancanza di lavoro nel periodo invernale”. E il discorso tocca anche un punto più strettamente ‘imprenditoriale’ quando Cavallari afferma che “queste problematiche comportano anche una concorrenza sleale a danno di tutte le imprese che operano nel rispetto delle regole e della legalità” e che “è superfluo ribadire che questi fenomeni generano costi per tutta la collettività, in termini di incremento del lavoro nero, del sommerso, dell’evasione fiscale e contributiva, nonché del mancato rispetto delle norme in materia di qualificazione professionale, di disposizioni igienico-sanitarie, di sicurezza sui luoghi di lavoro”.

Una situazione “non più accettabile” secondo Cavallari, che elenca all’amministrazione comacchiese le sue proposte, prima tra tutte quella di “aumentare i controlli in modo da garantire il rispetto delle norme”, oltre che di “prendere spunto dal protocollo di intesa tra prefettura e Comune di Rimini, che mira a valutare azioni di vigilanza congiunta e alla creazione di uno sportello per l’assistenza ai lavoratori”.  In maniera analoga, il consigliere propone la creazione di un tavolo territoriale del lavoro “con prefettura, associazioni di categoria, azienda sanitaria, questura, comando dei carabinieri, guardia di finanza”, oltre che di “sollecitare il Ministero del Lavoro affinchè incrementi il numero degli ispettori”, di “studiare un sistema funzionale al ritiro delle licenze per quelle attività che non rispettano le normative” e di “creare un registro delle imprese virtuose, proponendo un marchio di qualità per le aziende turistiche che rispettano i requisiti”.

“Non deve esserci più spazio – sono le parole dell’assessore al lavoro di Rimini, riportate da Cavallari – per ragionamenti che, visto il carattere di stagionalità, portino ad un’accettazione di trattamenti irregolari nella retribuzione, nei contratti e nella sicurezza, non si deve più pensare che il lavoro nero o irregolare sia una sorta di fattore produttivo improprio. E nessuno usi l’alibi della crisi”

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