Politica
22 Agosto 2014
Non corrono Modonesi, Bellini né Baraldi. In molti chiedono Zaghini

Regionali, il Pd discute sulla scelta dei candidati

di Marco Zavagli | 3 min

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unnamedDi sicuro al momento ci sono solo i nomi che non saranno della partita. La modalità di scelta sulle candidature alle prossime regionali ha tenuto banco nella segreteria di mercoledì. Una riunione lunga, lunghissima (dalle 18 alle 22), che avrà anche un seguito. Lunedì prossimo l’organismo di vertice dei democratici tornerà di nuovo in Via Frizzi per terminare la discussione.

Una discussione al momento incerta. A una proposta, al momento maggioritaria, di portare di fronte alla direzione provinciale i quattro nomi da mettere in lista per via Aldo Moro decisi dalla segreteria stessa, si è contrapposta una linea più ‘morbida’, con Ilaria Baraldi e Simone Tassinari che chiedono un metodo diverso: o una consultazione o un passaggio in assemblea, l’unico organismo eletto del partito.

Ma torniamo ai nomi. Alcuni di quelli già usciti su altri giornali non saranno della partita. A partire da Aldo Modonesi (l’eliminazione del listino nel quale poteva entrare ‘direttamente’ il segretario provinciale ha scompigliato i piani dell’assessore) per arrivare a Norma Bellini e Ilaria Baraldi. L’ex presidente di Ferrara Adesso è ancora alle prese con il Cpf in liquidazione, che chiuderà i battenti a dicembre. Questa al momento sembra essere la sua principale preoccupazione.

Quanto alla consigliera comunale, civatiana doc, la smentita arriva direttamente dalla sua bacheca facebook: “lo capisco. Agosto è un mese interlocutorio; immagino noioso e desertico per i giornalisti alla ricerca disperata di qualche notizia, qualsiasi notizia, per riempire articoli, trafiletti, pagine”. “Ma questa volta – prosegue scherzando sull’abbigliamento del ministro Giannini colto in spiaggia dai paparazzi -, davvero, sarebbe stato meglio un topless. Anche un mio topless. Giuro”.

Di certe ci sono invece le candidature di Paolo Calvano e Marcella Zappaterra. Il resto è ancora tutto da decidere, anche se il nome di Eric Zaghini, sollevato per la prima volta quasi per scommessa da Luigi Marattin su Estense.com, potrebbe essere un nome da spendere per i renziani.

Era inizio agosto, quasi un mese fa, e il sindaco di Berra si batté contro l’approvazione del premio di risultato al cda uscente di Area, finendo nella bufera. Pochi giorni fa invece stigmatizzò il faraonico stipendio percepito dal direttore del Cadf, dopo quanto rivelato dal nostro giornale (il direttore che guadagna più di Napolitano, scrivemmo nell’occasione). Prese di posizione improntate a “democrazia e trasparenza” che hanno riscosso un successo inaspettato (l’hashtag #iostoconZaghini fece il giro dei social), con riconoscimenti di stima e solidarietà anche da parte degli avversari.

Dando per quasi certa la candidatura del ‘terzo incomodo’ Zaghini, la quarta piazza – a rigor di preferenze di genere – spetta a una donna rappresentativa della città.

Intanto però la segreteria deve decidere le modalità. Una rosa scelta dall’alto, dalla segreteria, e poi sottoposta al vaglio dei circoli soddisfa poco i ‘non allineati’: difficile che i circoli abbiano la forza di imporre un candidato diverso.

Scartate a priori le primarie, impossibile organizzarle in così breve tempo, è stata avanzata la proposta di lasciar scegliere all’assemblea (vedi nello spazio lettere l’intervento di Domenico Pumilia, civatiano). Ilaria Baraldi si sente di assicurare comunque che “cercheremo un percorso che contemperi le esigenze di tempo e di partecipazione, per garantire a una fetta quanto più ampia di partito di esprimersi”.

Anche Calvano si spende per “una consultazione di iscritti e circoli, che porti a una decisione da sottoporre alla direzione; questa si assumerà poi la responsabilità di approvare una lista”. La direzione provinciale dovrà esprimersi entro fine mese. Il tempo stringe.

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