18 Agosto 2014
Il rettore Nappi: "Risultati positivi ma i giovani continuano a pagare il prezzo più alto della crisi"

Unife bene in Italia, male a livello internazionale

di Daniele Oppo | 7 min

Studenti in Rettorato unife

L’università italiana va male e Ferrara conto poco a livello internazionale. A dirlo è la classifica “Academic Ranking of World Universities” compilata come ogni anno (dal 2003) da Jao Tong che mette in fila le 500 migliori università del mondo. Gli atenei italiani non figurato tra i migliori 150 e il primo che si trova, in basso, è quello di Bologna. Nella classifica generale – dominata da Harvard, Stanford e Mit – ci sono solo 21 università italiane che valgono per l’Italia il 18° posto nel mondo. Insieme a Bologna (151), che comunque migliora la sua posizione rispetto all’anno passato, si trovano ‘a pari punti’ Milano, Padova, Pisa, Roma La Sapienza, Torino. Ferrara invece è abbondantemente nella parte bassa, in 401esima posizione, insieme alla Cattolica, Cagliari, Genova, Parma, Palermo, Parma, Pavia, Perugia e Trieste. Tra gli indicatori considerati per stilare la classifica ci sono la qualità dell’insegnamento, delle facoltà e della ricerca e una valutazione sulle performance di ciascun istituto rispetto al numero di iscritti.

Ma se in campo internazionale le cose non sembrano andare bene, a livello nazionale qualcosa sembra muoversi nella giusta direzione. È infatti uscito nel frattempo il XVI Rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati che ha coinvolto a livello nazionale oltre 450mila laureati delle 64 Università aderenti al consorzio.

L’indagine ha riguardato complessivamente 4.488 laureati dell’Università di Ferrara. La sintesi riportata riguarda solo i laureati triennali e magistrali biennali usciti nel 2012 e intervistati dopo un anno; i laureati magistrali biennali usciti nel 2008, intervistati dopo cinque anni.

A un anno dalla laurea, per i laureati di Ferrara tasso di occupazione superiore alla media nazionale. L’indagine ha coinvolto, con un tasso di risposta dell’89%, 1.590 laureati triennali e 559 laureati magistrali biennali usciti dall’Ateneo di Ferrara nel 2012 e intervistati dopo un anno, ovvero nel 2013. Il tasso di occupazione dei neolaureati triennali di Ferrara è pari al 46%, un valore superiore alla media nazionale (41%). Tra gli occupati triennali dell’Università di Ferrara, il 36% è dedito esclusivamente al lavoro, mentre il 10% coniuga la laurea magistrale con il lavoro. Chi continua gli studi con la laurea magistrale è il 46%, mentre sul complesso dei laureati triennali è il 55%. Il 36% è impegnato esclusivamente nella laurea magistrale, mentre, come si è detto, il 10% studia e lavora. Il 15%, non lavorando e non essendo iscritto alla laurea magistrale, si dichiara alla ricerca di lavoro. Il lavoro stabile – contratti a tempo indeterminato e lavoro autonomo (lavoratori in proprio, imprenditori, ecc.) – coinvolge, a un anno dalla laurea, 34 laureati occupati su cento di primo livello dell’Università di Ferrara (in linea con la media nazionale). Gli occupati che non hanno un lavoro stabile rappresentano il 65% (prevalentemente con contratto a tempo determinato, mentre il 10% lavora senza contratto). Il guadagno (calcolato su chi lavora solamente) è in media di 1.017 euro mensili netti, superiore alla media nazionale di 997 euro.

Cosa avviene, dunque ai laureati magistrali a un anno dalla laurea? A dodici mesi dalla conclusione degli studi, risulta occupato il 65% dei laureati, un valore superiore alla media nazionale del 55%. Il 13% dei laureati continua la formazione (in linea con la media nazionale). Chi cerca lavoro è il 22% dei laureati magistrali di Ferrara, meno del totale dei laureati che è il 31%. A un anno dalla laurea, il lavoro è stabile per 37 laureati occupati su cento di Ferrara, più della media nazionale (35%). La precarietà riguarda il 63% del collettivo (prevalgono i contratti a tempo determinato, mentre i senza contratto sono il 5%).
Il guadagno è superiore alla media nazionale: 1.107 euro mensili netti, contro i 1.038 del complesso dei laureati magistrali. Per Ferrara superiori alla media nazionale anche gli esiti occupazionali a cinque anni dal titolo. Le crescenti difficoltà occupazionali incontrate dai giovani, neo-laureati compresi, negli ultimi anni si sono inevitabilmente riversate anche sui laureati di più lunga data, anche se occorre sottolineare che, col trascorrere del tempo dal conseguimento del titolo, le performance occupazionali migliorano. I laureati biennali magistrali di Ferrara del 2008, intervistati a cinque anni dal titolo, sono 539, con un tasso di risposta dell’83%. L’83% è occupato; a livello nazionale il tasso di occupazione è dell’82%. L’8% risulta ancora impegnato nella formazione (è il 6% a livello nazionale). Chi cerca lavoro è l’8% contro l’11,5% del complesso dei laureati. La quota di occupati stabili cresce apprezzabilmente tra uno e cinque anni dal titolo, raggiungendo il 71% degli occupati; la media nazionale è del 73%. Le retribuzioni nominali arrivano, a cinque anni, a 1.416 euro mensili netti (superiore alla media nazionale pari a 1.383 euro).

“I risultati dell’indagine AlmaLaurea 2014 sulla condizione occupazionale degli studenti dell’Università di Ferrara – afferma il rettore Pasquale Nappi – sono migliori rispetto alle medie nazionali. In qualche caso, come il tasso di occupazione dei laureati magistrali, il vantaggio rispetto alla media nazionale è significativo e arriva quasi al 5% di differenza. Va anche considerato che trattasi di un dato che in parte risente della situazione economica del territorio ferrarese che, rispetto ai tessuti limitrofi molto più dinamici dal punto di vista economico, non offre opportunità occupazionali comparabili”. “Sono in ogni caso risultati che, pur essendo migliori o in linea con le medie nazionali – prosegue Nappi – meritano una riflessione più vasta oltre il panorama dell’occupazione locale e nazionale. Considerando la situazione europea, il 2013 è stato senza dubbio un anno difficile, sia sul piano economico, sia dal punto di vista dell’occupazione giovanile, tant’è che la disoccupazione nei Paesi della UE è salita al 10,9% e in Italia ha sfiorato quasi il 13%. Il prezzo più alto continuano a pagarlo i giovani: basti pensare che in Italia il tasso di disoccupazione tra gli under 29 è di oltre il 28%, anche se i laureati fra i 25 e i 34 risentono meno di questa situazione di crisi rispetto ai diplomati tra i 18 e i 29 anni”.“ I risultati di Unife in questa indagine Almalaurea 2014 – ribadisce Nappi – sono il frutto di un impegno specifico e pluriennale dell’Ateneo nella direzione della occupabilità dei propri laureati. È una responsabilità che si è ulteriormente rafforzata negli ultimi anni, tanto da costituire ormai uno dei tratti distintivi della nostra Università. Un impegno che è orientato a una varietà di iniziative, alcune più tradizionali ma comunque molto importanti, altre più innovative e riconosciute anche a livello internazionale, grazie anche a collaborazioni continuative con attori istituzionali e imprese del territorio. Vi sono naturalmente margini di ulteriore miglioramento. L’impegno in questa direzione si rafforzerà ulteriormente nei prossimi anni, sempre nella direzione di far conoscere all’esterno questo nostro punto di forza”.

unifeL’età media alla laurea a Ferrara del 2013 è di 26,4 anni contro i 27,4 anni dei laureati pre-riforma. Nel passaggio al nuovo ordinamento, gli effetti positivi sulla regolarità negli studi sono evidenti: nel 2004 i laureati in corso erano appena il 17% contro il 46% del 2013. Crescono notevolmente anche le esperienze di tirocinio e stage che coinvolgevano il 21% dei laureati del 2004 contro il 71% dei laureati 2013. Mentre nel 2004 solo il 47% proseguiva gli studi, nel 2013 ben il 57% intende proseguire.

I laureati di primo livello 2013. La laurea è raggiunta in media a 25,3 anni; la media nazionale è di 25,5. Più elevata è la regolarità negli studi: il 48% si laurea (41,5% la media nazionale). Cresce anche la frequenza alle lezioni: il 74% ha frequentato oltre i tre quarti degli insegnamenti; è il 68% a livello nazionale. Alta la percentuale di tirocini e stage: 81,5%, di gran lunga superiore alla media nazionale (61%). L’esperienza di studio all’estero coinvolge il 6% dei laureati di primo livello dell’Università di Ferrara; la media nazionale è del 10%. L’89%, contro l’85,5% della media nazionale, si dichiara soddisfatto del corso di studi.

I laureati magistrali 2013. L’età media alla laurea a Ferrara nel 2013 è di 28,3 anni (la media nazionale è di 27,8 anni). Il 52,5% si laurea in corso – e altri 26 su cento terminano gli studi con un anno di ritardo – contro il 52% del complesso dei laureati magistrali. Assidua la frequenza alle lezioni con una consistente quota di chi fa stage: 78 su cento, contro il livello nazionale del 56%. L’11% compie esperienze di studio all’estero; la media nazionale è del 15%. L’esperienza universitaria compiuta è ampiamente apprezzata, tanto che 74 laureati su cento la ripeterebbero.

I laureati magistrali a ciclo unico 2013. Arrivano al traguardo a 26,6 anni (la media nazionale è 26,8) e il 40% si laurea in corso contro il 34%. Il 40% fa esperienza di stage; a livello nazionale è il 41%. Il 20% compie esperienze di studio all’estero; la media nazionale è del 18%. Anche in questo caso l’esperienza risulta ampiamente apprezzata, tanto che 69 laureati su cento la ripeterebbero.

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