Lettere al Direttore
9 Agosto 2014

Carife, la dura posizione di un’azionista

di Redazione | 3 min

Signor Direttore,

ho partecipato alla assemblea dei lavoratori Carife( 95 presenze ) del 5 agosto alle ore 18 presso al Sala Estense. Non ho potuto intervenire come cliente, azionista, piccolo risparmiatore, etc…; non ne avevo titolo… Replico per quanto possibile e lecito.

La esposizione della Dircredito era a mio avviso di profilo legalitario su aspetti più appariscenti che sostanziali, la Fiba Cisl informava che si fanno straordinari non retribuiti e sarebbe suo compito denunciare ciò all’Ispettorato del lavoro, ma non lo ha fatto, cosa aspetta? Più determinata la Ugl. Avrei voluto dire questo in assemblea: egregi Signori del Sindacato e tutto apprezzabile quello che fate ma perché non attivate le vie giudiziarie con una azione di responsabilità o altro contro i danti causa di questa situazione che va ad esclusivo danno degli azionisti-risparmiatori e lavoratori ? Certamente ci sono dei responsabili nel gruppo dirigente come in quello rappresentativo di questi ultimi 10-15 anni che voi dovreste ben conoscere e non sono certamente i Commissari che ora criticate paventando azioni e che cercano di fare chiarezza su questa situazione di crisi.  Ma perché non avete agito contro i responsabili che ben conoscevate ? Non lo capisco.

Il “management” aziendale che aveva il potere direttivo, deliberativo, dispositivo vale dire chi ha amministrare quelli che sono un po’ i soldi di tutti noi Ferraresi , nel contempo percepiva premi ad personam, promozioni, stipendi esorbitanti, auto a disposizione, pensioni, liquidazioni, etc, Quando si è scoperto che la gestione era deficitaria al punto da commissariare la Carife questi si sono o defilati o sospesi d’ufficio previo avere avuto una cospicua pensione e profumata liquidazione o essere assegnati ad altri incarichi. Questi signori a mio avviso non pagano mai di persona ma a farne le spese sono solo gli azionisti-risparmiatori, i lavoratori che ora devono pure pagare le loro sanzioni e richieste di risarcimento. Loro di tasca propria non ci hanno rimesso nulla al punto che non vogliono per ora neppure pagare le sanzioni applicate da Banca d’Italia e così le dovrà pagare la Carife. Poi quella vendita di azioni che in breve hanno perso il 99% del loro valore nominale è tanto strana, non l’ho ancora capita bene . E Voi criticate aspramente la gestione dei commissari e non la loro ? Non condivido.

In una azienda privata l’imprenditore ci mette del suo in termini di capitale, soldi, lavoro, rischio. Quando sbaglia, paga di persona coi suoi soldi e capitali e se ha agito fraudolentemente viene anche processato. Nella Carife non paga nessuno, perche nessuno ci ha mai messo i soldi di tasca propria e nessuno risponde personalmente delle scelte fatte: risponde Carife una “entità “astratta con personalità giuridica: nel concreto gli azionisti, i lavoratori, i cittadini. Non è la Istituzione Carife che critico ma le persone che l’ hanno gestita e l’ingerenza partitica. Tantomeno i commissari hanno colpe.

Nel passato i bancari di Carife non hanno mai partecipato agli Scioperi generali Nazionali dei lavoratori , salvo una sparuta percentuale del 2%-3% circa, ma in tanti aderivano agli scioperi di categoria per il rinnovo del loro Contratto Nazionale (CCNL) di lavoro o per quello integrativo aziendale (CIA). Nonostante ciò tutta la città si è ed è interessata alla vicenda Carife , unitamente ai segretari di partito, sindacati, rappresentanti di istituzioni ed Enti, parlamentari, ed in particolare la stampa locale che da tempo tutti i santi giorni pubblica un articolo di una pagina. Non è vero che nessuno si interessa come è stato detto nella assemblea.

Con tutto il rispetto che ho per i lavoratori Carife personalmente ritengo che ci siano situazioni di lavoro peggiori e molto più drammatiche delle quali nessuno si interessa, meno tutelate anzi ignorate e i cui lavoratori non vanno certamente a fare la pausa pranzo ai tavoli dell’Hotel Europa o hanno i buoni pasto a disposizione.

Grazie e cordiali saluti.
Pietro Zappaterra

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