Economia e Lavoro
8 Agosto 2014
Fabi e Fisac: "La controparte non sono i commissari". Critiche dai dipendenti su straordinari non riconosciuti

Carife: “Vera trattativa dopo commissariamento”

di Ruggero Veronese | 5 min

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Oltre cento persone al corteo organizzato dal centro sociale La Resistenza. Dal parco Coletta a piazza Castello studenti e lavoratori di ogni età hanno intonato insieme “Bella Ciao” e altri canti antifascisti.

unnamed (31)“La nostra controparte non sono i commissari Carife, ma quella che sarà la nuova proprietà di Carife. Sarà quella la madre di tutte le trattative, quella in cui giocare le nostre carte”. Difficile trovare punti in comune tra il messaggio lanciato appena due giorni fa dai sindacati DirCredito, Fiba Cisl e Ugl Credito e quello articolato ieri dai rappresentanti di Fabi e Fisac Cgil. E la spaccatura tra i sindacati che si è venuta a creare nell’ultima settimana diventa ancora più evidente dopo le due assemblee separate in cui i sindacalisti hanno spiegato le proprie ragioni ai dipendenti Carife iscritti al sindacato. Se durante l’assemblea di DirCredito, Fiba Cisl e Ugl Credito erano volate critiche pesantissime verso i due commissari straordinari Bruno Inzitari e Gianni Capitanio, i sindacati Fabi e Fisac Cgil sostengono una posizione totalmente diversa: nessun braccio di ferro con la gestione commissariale, se si esclude il tema del blocco delle promozioni. L’importante sarà farsi trovare pronti alla trattativa con i futuri acquirenti di Carife. Discorsi che sembrano trovare appoggio da parte della platea, fino a quando non si tocca il nervo scoperto delle ore di lavoro aggiuntivo non segnate e non retribuite: un argomento che solleva diverse ed esplicite critiche dei lavoratori verso i propri rappresentanti sindacali.

Ma andiamo con ordine. Con l’accordo del novembre scorso tra sindacati e commissari sono stati stabiliti i provvedimenti per la riduzione del costo del lavoro, tra esuberi, blocco delle promozioni e giornate di solidarietà. Per capire quali e quanti sacrifici saranno ancora necessari per il risanamento i sindacati hanno chiesto informazioni ai commissari riguardo al risparmio complessivo ottenuto e la risposta ricevuta ha spaccato l’unità delle sigle: da un lato DirCredito, Fiba Cisl e Ugl Credito, secondo cui le informazioni ricevute sono insufficienti e hanno proclamato lo stato di agitazione. Dall’altro Fabi e Fisac Cgil, secondo cui è impossibile pretendere più dati da un istituto in gestione commissariale.

Il Testo Unico Bancario dice cosa chiara – spiega Claudio Zilli della Fisac -: che durante il commissariamento neanche gli azionisti possono avere informazioni sullo stato patrimoniale. I commissari devono rimettere in carreggiata la banca e alla fine del loro mandato fanno un bilancio. Cosa risulterà lo capiremo alla fine del commissariamento”. Una premessa necessaria per spiegare il perchè della mancata adesione allo stato di agitazione. “Dal nostro punto di vista – afferma Enrico Zanforlini – i dati sono sufficienti a farci trarre conclusioni, e questo lo diciamo senza il bisogno di chiedere in maniera ossessiva altre informazioni. Quindi non abbiamo ritenuto opportuno aderire allo stato di agitazione”. Ma nonostante la rottura, i sindacalisti portano anche una notizia positiva sul fronte dell’unità sindacale: “Oggi con tutti i sindacati abbiamo inviato una lettera unitaria per discutere degli inquadramenti e l’11 agosto incontreremo i commissari. La linea comune sarà di chiedere all’azienda di riconoscere gli inquadramenti previsti dal contratto integrativo, visto che ci sono persone che in questo momento hanno inquadramento che non corrisponde al loro ruolo”.

unnamed (30)Ma ciò che non corrisponde ai contratti sono soprattutto le ore di lavoro sostenute dai dipendenti, tema che ha occupato anche buona parte dell’assemblea dei tre sindacati in agitazione. Ed è qui che giungono le critiche dei lavoratori ai propri rappresentanti. “Secondo l’accordo dello scorso novembre – affermano i sindacalisti Fisac e Fabi -le prestazioni aggiuntive non si possono fare se non i casi eccezionali, che per ora sono stati autorizzati circa 35 volte, visto che l’azienda chiede di non fare prestazioni aggiuntive”. Una frase che innesca il malumore dei lavoratori, che raccontano di restare nelle filiali quasi quotidianamente oltre l’orario di chiusura. “Non vuole prestazioni aggiuntive? – chiede una dipendente – Forse a parole, ma non nei fatti!”. I sindacalisti chiedono più volte di “segnalare sempre questi casi, vi assicuriamo che finiranno dal giorno successivo”. Ma ormai la diga si è rotta e diversi lavoratori prendono la parola e confermano di lavorare ben oltre gli orari consentiti. I sindacalisti continuano a chiedere di segnalare ogni caso simile, ma uno dei lavoratori nel pubblico si impone: “Io tutti i giorni chiamo la filiale alle cinque e mezza o alle sei e c’è sempre qualcuno che mi risponde. Succede in tutte le filiali, non prendiamoci in giro”.

Il blocco delle prestazioni aggiuntive (non sono straordinari in senso tecnico) diventa l’argomento portante dell’assemblea e per qualche minuto nella sala regna una certa confusione. E tra chi alza la voce c’è chi si lamenta del fatto che, proprio in un periodo di sofferenza e contenimento dei costi, i commissari riconoscerebbero le prestazioni aggiuntive agli autisti per farsi trasportare a casa, coprendo decine di chilometri per ogni spostamento. Una ‘voce di corridoio’ che si ripete ormai a ogni incontro dei dipendenti e che solleva sempre più malumore.

Una volta tornata la calma in sala, i sindacati toccano alcuni degli argomenti più inerenti allo stato patrimoniale della banca, rivelando l’indiscrezione di un possibile interessamento di un acquirente verso Commercio e Finanza, la società di leasing con sede a Napoli che il gruppo sta cercando di separare dal gruppo Carife, in quanto di scarso interesse per la Banca Popolare di Vicenza o per altri operatori bancari che potrebbero inserirsi nella trattativa per l’acquisto di Carife. Notizie che rasserenano gli animi di parte della sala, ma c’è anche chi abbandona la sala dopo la polemica sulle ore di lavoro aggiuntive non riconosciute. E’ vero che i lavoratori restano nelle filiali oltre l’orario per cui sono pagati? Difficile affermarlo con certezza senza vivere dall’interno il mondo Carife. I lavoratori in uscita dall’assemblea ce lo confermano verbalmente. Ma forse, per averne la certezza, basta provare a seguire il consiglio di chi ha preso la parola in assemblea: alzare la cornetta alle 17.30 e sentire chi è ancora in ufficio.

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